Il costo della libertà

La coalizione del gran capo Berlusconi è ormai a pezzi. Non è un grido di vittoria, non può esserlo se guardiamo alla situazione più in generale ed a come si è evoluta... Siamo arrivati ad un progressivo sgretolamento con il centrodestra che ogni volta cercava di chiudere prepotentemente una falla con provvedimenti sempre al limite della Costituzionalità; ne è prova il decreto sul quale Napolitano ha posto il veto.
Il Cavaliere è logoro; in molti lo stanno abbandonando e, fatto più pericoloso, sta saltando l'obbiettivo principale della Lega, il Federalismo.
Proprio per questo il Presidente della Repubblica ha ritenuto di salvaguardare la nazione da una potenziale reazione del Popolo italiano stanco di subire imposizioni a colpi di decreti. Il pericolo di una spaccatura sociale che avrebbe potuto portare a gravissime conseguenze per la sicurezza stessa dell'intero paese lo ha motivato ad opporsi al provvedimento emanato dal Consiglio dei Ministri all'indomani del pareggio in commissione riforme dove il Federalismo proposto da questa destra si è arenato. Dire cosa accadrà ora, è impresa assai difficile; la sola cosa che rimane certa è il livello di preoccupazione e di incertezza su quella che potrebbe essere la reazione di una Lega che per il "suo" Federalismo sarebbe disposta a tutto.  Mi auguro che questo non porti all'ennesimo "inciucio" con qualche partito “moderato”, che potrebbe questa volta sentirsi giustificato dalla volontà di mandare a casa Berlusconi. Ripeto ancora una volta che il Premier non è più indispensabile; il “mostro” da lui stesso creato  ora non ha più bisogno di Lui, può marciare da solo.  Ecco che l'attenzione può solo convergere sulle modalità di una sua "resa"…  Fini starebbe in un ampio fronte democratico al fine di cacciarlo? Sicuramente sì, e lo dimostrano le recenti affermazioni sull'impossibilità di fare riforme con il suo ex “amico”...
E’ veramente da ridere, o forse anche da mandarci in bestia: il Presidente della Camera che sta all’opposizione del Suo Governo!? Ma quando mai esiste??   Un uomo che è diventato perspicace all'improvviso dopo anni di connivenza con il potere Berlusconiano dentro al quale non dobbiamo mai scordarlo, ci ha sguazzato dentro con gusto.  Questo dovrebbe far riflettere l'ex "compagno" D'Alema, uno dei sostenitori dell’ipotesi “larga coalizione”…
Ma da quale Forze sarebbe composto questo “fronte”?? Sicuramente da uno schieramento che non può vedere la contemporanea presenza della sinistra a fianco di Udc e Fli; non si può neppure lontanamente pensare che ci possa essere qualcosa da condividere con chi è così lontano dai valori ideali, politici e sociali di cui la sinistra è portatrice.
FdS e SEl hanno già espresso il loro parere contrario (almeno, sembra così anche per i Vendoliani..) ma c'è da aspettarsi che il PD, che sempre di più mostra la sua identità centrista, accolga e faccia suo questo progetto sganciandosi di fatto dalla stessa sinistra. Credo che manchi ancora a tante persone, specialmente in quel partito, la consapevolezza di quanto scritto sopra, e cioè che non è il solo personaggio  Berlusconi a dover essere sconfitto, quanto un' intero sistema politico che potrebbe sopravvivere anche dopo la caduta del suo inventore e padre-padrone. Non venga quindi sottovalutato tutto questo...
Intanto è quanto mai necessario che le forze della sinistra cerchino di fare quadrato, riescano a compattarsi lottando per il raggiungimento di almeno due punti fondamentali, come una nuova legge elettorale (con il ritorno al proporzionale o almeno dove sia presente una componente proporzionale più incisiva) e la costituzione di un ampio fronte in difesa dei diritti dei lavoratori affiancando le lotte operaie insieme alla Fiomm.
Proprio questo secondo punto risulta forse quello che più ci allontana dalla politica di un PD sempre più ambiguo anche sulle politiche del lavoro.
Se questo può esser visto come un fattore ovviamente negativo, dall'altro si aprono  nuove opportunità di punti di convergenza politica alla sua sinistra, dove la “titolarità” della difesa dei ceti meno abbienti e dei più deboli, ritornerebbe ad essere un punto di azione comune attraverso il quale potrebbe trovare ulteriore sviluppo una nuova unità di intenti tra le varie anime della stessa sinistra.
La proposta..!? Prima di ogni cosa deve essere presentata con chiarezza la proposta politica  fatta da una sinistra che deve ritrovare coesione e compattezza. Non si può lasciare che l'ambiguo gioco  opportunista del Fini di turno possa trovare spazio  o consenso tra i Cittadini, così come occorre anteporsi ad una politica obsoleta e conservatrice di un terzo polo che ripropone schemi assai ben conosciuti e subìti per decenni.
Non si può concedere vantaggi a queste forze come se rappresentassero la novità e l'alternativa.
La vera alternativa può essere rappresentata solo da una sinistra che fa delle politiche del lavoro, di un nuovo modello socio-economico, dello sviluppo delle energie alternative, della difesa dei diritti civili, umani e del valore concreto della pace senza condizioni alcune, il fulcro e la base da cui far decollare un progetto credibile e condivisibile.
I numeri hanno ancora il loro peso, e dobbiamo necessariamente non sottovalutare questo fatto, ma altrettanto ovviamente non possiamo piegarci di fronte alle alchimie tattiche e opportuniste di chi finora ha mostrato mille facce per tenere in vita una classe politica che ha svenduto identità, valori e dignità pur di sopravvivere al suo processo degenerativo.
Così come è imprescindibile che anche a sinistra, coloro i quali credono di poter  perseverare in un progetto di  mera testimonianza, mantenendo attiva la gestione di una sorta di riserva indiana, debbano interrogarsi sulle reali opportunità e possibilità che scaturiscono proprio da questa crisi economica e strutturale senza precedenti.
Abbiamo di fronte una prateria immensa dove poter invertire un trend negativo e secolare; non possiamo non capirlo.
Il futuro parte da questo.

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