Ancora una vittima tra i soldati italiani in Afghanistan. La 41^dal 2004, la terza nel solo mese di luglio di quest'anno. Si tratta del primo caporal maggiore David Tobini, Romano, anno di nascita 1983. La cronaca, scarna e impietosa si ferma qui. Sarebbe inutile raccontare le circostanze, la dinamica, i particolari o altro, quando la realtà incontrovertibile ci consegna il dato più importante di tutti: una giovane vita spezzata in guerra. I cittadini sono liberi di leggere ciò che vogliono e saranno loro a giudicare il modo falso e nauseante che certa stampa dispensa in questi casi. Si parla di dramma solo quando ritornano a casa le salme dei nostri soldati, ma nessuno, ripeto, nessuno che si chieda se è giusto quello che è accaduto.
Il pensiero, oltre che al dolore per una vita spezzata, deve correre al futuro. Siamo alla vigilia della discussione sul decreto che potrebbe consentire il rifinanziamento della missione. Chi decide della vita o della morte di queste Persone sono gli eletti in Parlamento e Senato. Il mondo politico deve riflettere ben oltre le proprie convenienze, ma così non sembra. Dalle prime dichiarazioni emergono le contraddizioni di sempre. Il ministro Calderoli annuncia le sue perplessità ma non l'intenzione di votare contro il Decreto.
A questo punto la perplessità non è solo Sua. Nell'aria volteggia una strana quanto ambigua atmosfera nella quale è pronta la proposta di riforma costituzionale tanto cara alla Lega. Conosciamo ormai alla perfezione questo gioco al massacro. Alla minaccia di una corda che mostra ogni giorno di più i segni dell'usura e che rischia sempre di più di strapparsi, Berlusconi farà l'ennesima operazione di mediazione concedendo strada sulla Riforma in cambio della fiducia sul Decreto di rifinanziamento. Ed ecco che la maggioranza ritrova i numeri.
A questo punto la perplessità non è solo Sua. Nell'aria volteggia una strana quanto ambigua atmosfera nella quale è pronta la proposta di riforma costituzionale tanto cara alla Lega. Conosciamo ormai alla perfezione questo gioco al massacro. Alla minaccia di una corda che mostra ogni giorno di più i segni dell'usura e che rischia sempre di più di strapparsi, Berlusconi farà l'ennesima operazione di mediazione concedendo strada sulla Riforma in cambio della fiducia sul Decreto di rifinanziamento. Ed ecco che la maggioranza ritrova i numeri.
A poco servono i tentativi del leader dell' Idv Antonio Di Pietro di spiegare che "È ora di dire basta a una guerra che non ci appartiene e che sta producendo un dispendio inutile di vite e risorse economiche". Pur di cogliere il risultato si scomoda il populismo più triste. Suonano come inaccettabili e assurde le dichiarazioni del ministro La Russa che rispondendo al leghista Stefani afferma che "non è il momento dei lutti quello per discutere sulle ragioni della nostra presenza in Afghanistan". Forse La Russa non vuol "vedere" la vera causa della morte del Caporal maggiore Tobini, nonché del grave ferimento di altri due soldati italiani, Simone D'Orazio e Francesco Arena. E' invece proprio questo il momento di discutere sulla Nostra presenza in questa assurda e infausta guerra che molti hanno scambiato per missione di "pace"! Non dovremo discutere su questo invece di aspettare che gli eventi prendano una piega peggiore? La verità è che la maggioranza ha bisogno di trovare una sintesi agli obbiettivi che le stesse Forze che la compongono si sono dati. Questo è il vero dato di fatto. Se la Lega mostra le sue perplessità vada avanti e voti secondo coscienza, e non viceversa per ottenere risultati utilitaristici. Ahimè la paura è invece tanta e giustificata dalle stesse parole di Calderoli che parla di "senso di responsabilità".
Berlusconi è in affanno e da solo non potrebbe mai continuare. Oggi è veramente ostaggio del Carroccio, come del resto lo siamo diventati tutti. C'è da chiedersi se questo Parlamento rappresenti veramente il Popolo italiano. L’opposizione come sempre latita, specialmente dalle parti del maggior partito che la compone. La sua assenza si riscontra nelle notizie, nella mancata presa di posizione nel dibattito che precede il voto sul rifinanziamento della missione. Le sole note critiche vengono dai partiti dell’opposizione “esterna al Parlamento”. Il Cittadino viene in questo modo, sistematicamente escluso dalla partecipazione e messo palesemente in secondo piano. Si continua a sperare in una presa di coscienza. Resta il punto di domanda, ma di chi??
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