Il segno che i tempi sono mutati è palese. Dopo il pronunciamento del Parlamento con il sì alla richiesta di arresto del deputato del Pdl Alfonso Papa, (netto anche nei numeri che hanno visto 319 favorevoli al provvedimento e 293 i contrari), si rendono visibili e percettibili le fratture all'interno della maggioranza. In altri momenti l'episodio sarebbe stato gestito con il solito meccanismo tappabuchi ben orchestrato dallo stesso Berlusconi, ma non questa volta.
Il sintomo più evidente della presenza di grossi "mal di pancia" si è avuto con la polemica avvelenata che dai banchi di Montecitorio accusava di irregolarità quei parlamentari che hanno votato in maniera ovviamente segreta ma non curandosi di far poi conoscere il loro gesto.
La "brutta" politica continua e mostra ancora il suo volto peggiore. Le parole di Franceschini sono eloquenti, non mancando di "accusare i Leghisti di cercare uno scambio tra i rifiuti di Napoli ed il voto contro l'arresto di Papa".
La "brutta" politica continua e mostra ancora il suo volto peggiore. Le parole di Franceschini sono eloquenti, non mancando di "accusare i Leghisti di cercare uno scambio tra i rifiuti di Napoli ed il voto contro l'arresto di Papa".
Ma sorge spontanea una domanda ben diversa. Perché la segretezza del voto è stata messa in rilievo come se fosse la panacea di tutti i mali di questa fase politica? Il soggetto in questione non era poi un elemento che nello scacchiere Pidiellino potesse generare un dramma; il problema è ben altro e riguarda il continuo e logorante braccio di ferro tra Lega e Pdl. La riprova è venuta dallo stesso Maroni che ha votato sì all'arresto di Papa facendo di tutto per farlo notare persino dalla postazione dei cronisti. L'asse Bossi - Berlusconi è in crisi? Angelino Alfano, il soldatino di piombo messo dal suo mentore (Berlusconi) al timone del Pdl recita il rosario ricordando che "la prua della sua nave è orientata al 2013 e non si sposterà da quella rotta".
Inutile bluffare, Alfano non convince e neppure Berlusconi riesce a sostenerlo esternando un malumore che si noterebbe a miglia di distanza.
Inutile bluffare, Alfano non convince e neppure Berlusconi riesce a sostenerlo esternando un malumore che si noterebbe a miglia di distanza.
Prove tecniche di un matrimonio in prossimità della crisi finale? Mentre il Premier invoca pensieri onirici che lo riportano al clima di Tangentopoli, sull'altro versante Bossi, gran fiutatore dei momenti clou, intuisce la zona grigia verso la quale Pdl e maggioranza si stanno avviando da tempo. E' il momento di tirare le somme per fidelizzare i seguaci Padani senza rischiare di perderli, anche in proiezione futura. Del resto sono ormai conosciute e ricordate da tutti le parole "Roma ladrona", e in qualche modo lo stesso Bossi dovrà pur giustificare il comportamento di una Lega che da tempo ha messo radici proprio nella Capitale, malgrado cerchi in tutti i modi di offrire l'immagine originaria che l'aveva resa forte anche davanti ai ceti meno abbienti. Ma non tutti siamo perfetti, e così anche nella Lega affiorano ovviamente lacune e ingenuità che nel lungo periodo non possono essere tenute nascoste. Le parole di Castelli che sprezzante di tutto e di tutti (o volutamente?) afferma di "voler votare contro il rifinanziamento delle missioni all'estero", rendono l'idea della situazione che sta passando la maggioranza andando ad aggravare ulteriormente il quadro complessivo. Lo stato dell'arte si era capito nel corso del lungo colloquio che Berlusconi aveva avuto con il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano; nell’occasione non sono mancate le domande incalzanti da parte dello stesso Napolitano alle quali il Premier ha offerto il meglio di sé rassicurando il Presidente sulla solidità del patto con Bossi. Già, ma se è proprio questo che scricchiola, come può un Presidente del Consiglio vendere un prodotto senza prima cercare di descriverne le caratteristiche?? "Provi a selezionare le proposte" suggerisce il saggio Napolitano con una secca replica.
Ma questa volta lo scontro non è più soltanto dentro il Parlamento, dove peraltro l'opposizione non si dimostra poi coesa e decisa più di tanto, quanto piuttosto al suo esterno. Non resta quindi che attendere il fatidico incontro con il Senatur, anche se questa volta il prezzo stabilito dall'istrionico leader della Lega potrebbe rivelarsi molto più alto del previsto.
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