L'incoerenza e l'affabulazione regnano sovrane. Chi pensava di risolvere ogni cosa puntando l'indice sul solo Berlusconi ha ricevuto una precisa risposta. In molti si aspettavano oggi qualche segnale di novità che puntualmente non è arrivato. Più volte abbiamo ripetuto che la politica dell'opposizione deve ritrovarsi in un fronte compatto e numericamente all'altezza, altrimenti si chiude la partita e questo governo finirà il proprio naturale mandato combinando altri disastri.
La cronaca deve essere interpretata; dalle grida di secessione di Bossi ai guai personali del Premier. Tutto è regolato con il "misurino" e tenuto sottilmente legato dalla solita politica sotto traccia che Pdl e Lega ormai portano avanti da tempo immemorabile. Il passo falso atteso e respinto quest'oggi riguardava la votazione sull'arresto o meno di Marco Milanese, ex braccio destro di Tremonti. La “partita” è finita 312 a 306 per la maggioranza, che pur perdendo per strada qualche voto, ha tenuto per l'ennesima volta.
La cronaca deve essere interpretata; dalle grida di secessione di Bossi ai guai personali del Premier. Tutto è regolato con il "misurino" e tenuto sottilmente legato dalla solita politica sotto traccia che Pdl e Lega ormai portano avanti da tempo immemorabile. Il passo falso atteso e respinto quest'oggi riguardava la votazione sull'arresto o meno di Marco Milanese, ex braccio destro di Tremonti. La “partita” è finita 312 a 306 per la maggioranza, che pur perdendo per strada qualche voto, ha tenuto per l'ennesima volta.
Che dire se non ripetere le indiscutibili parole di Gianfranco Mascia, leader del Popolo viola e in trincea con la folla di militanti della Rete che hanno manifestato ancora una volta contro la palese ingiustizia portata avanti dal governo Berlusconi. "Noi non vogliamo giudicare se Milanese è innocente o colpevole, per questo ci sono i giudici. Però il Parlamento oggi ha detto che Milanese è più uguale di noi altri cittadini". Il Premier sorride permettendosi pure il sarcasmo e brontolando addirittura sui pochi voti che hanno consentito alla maggioranza di portare a casa ancora una volta un risultato importante.
Ormai siamo in presenza di un governo che vive giorno per giorno e questo indebolisce l'Italia sotto tutti i punti di vista. Nella maggioranza c'è aria di guerra, sordida, sottile e strisciante. Possiamo solo ipotizzare che la politica si sia ormai trasferita nei palazzi dei partiti che la portano avanti. Nelle segrete stanze ogni volta si patteggia il prezzo di quanto ancora l'Italia debba soffrire a causa di questa truppa degna di essere cavalcata soltanto da Attila. Le parole delle forze di opposizione, pur condivisibili e accorate, non scalfiggono una realtà che può essere cambiata solo da un affondo incisivo che offra incentivi e valide motivazioni al capo dello Stato per un intervento "d'Autorità". In molti criticano un certo lassismo di Napolitano, ma dovrebbero capire che il Presidente conosce il suo "mestiere" e sa bene che per ricorrere a provvedimenti estremi dovrebbe essere in grado di assicurare all'Italia una possibile quanto credibile alternativa. C'è oggi questa alternativa? Terzo polo da una parte e Pd con Idv dall'altra, non sono sufficienti per offrire numericamente, e forse anche progettualmente, i requisiti dell'alternativa. Un governo di responsabilità sociale e nazionale deve garantire tutti i Cittadini e finora questo fronte non esiste ed il problema si elude da solo. L'unica sicurezza è l'inaffidabilità del governo Berlusconi, ma si continua a sperare nell'elemento "drammatico" che possa inchiodare il Premier alle proprie responsabilità.
Gridare allo scandalo non serve ormai più. Deve essere chiaro che le sorti dell'Italia sono oggi nelle mani dell'opposizione, e che questa deve necessariamente dare garanzie per l'intervento del Presidente. Giù gli steccati, un passo indietro da parte di tutti e Berlusconi, acciaccato, discusso, indebolito e altro ancora, potrà davvero esser costretto a lasciare la scena. Prima di quel momento smettiamo di gridare alla luna come faceva il Ciaula di Pirandelliana memoria.
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