Il garantismo resti sovrano ma qualcuno fermi il declino impietoso di un uomo che vuole persino sfidare la storia.

berlusconi in un processo La realtà parla da sola e riporta un dato ineludibile rappresentato dal fatto che qualcosa di buono questa crisi l'ha pur fatto: è riuscita a rendere evidenti le mancanze di un governo, quello italiano, e del suo Capo, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. La cronaca è minuziosa nella ricostruzione di quello che per anni è stato un modo di gestire gli affari personali intrecciandoli con quelli del ruolo pubblico. Neppure la stampa ha guadagnato in tutto questo.
Parlare di escort, di attrici che venivano offerte in sacrificio al Nostro conducator, non è certamente la stessa cosa di informare, fare comunicazione o rendere partecipe una collettività. Abbiamo parlato spesso da queste colonne, di una crisi parallela, o forse di uno dei tanti aspetti di Questa che, ricordiamo, affonda le radici in una forma strutturale oltre che mondiale. Siamo in presenza di una crisi culturale, valoriale a fini speculativi. La risposta dei vari paesi è stata ovviamente diversa, anche se alla lunga si uniformerà all'evidente fallimento di un modello socio-economico. La risposta italiana è stata una risposta mirata, limitata al mantenimento dei privilegi di una classe sociale a sfavore di un'altra. La forbice della disuguaglianza si è ampliata determinando una considerevole spaccatura nella coesione sociale e una frattura netta tra ricchi e poveri. La ricchezza è custodita nelle mani di una piccola percentuale di famiglie italiane mentre, viceversa, la maggior parte di queste non riesce ad arrivare alla fine della terza settimana del mese. Che c'entra questo con Berlusconi? La cronaca risponde impietosa. Non si contano più i rinvii a giudizio, un conflitto di interessi si evidenzia chiaro e palese, oltre al fatto che non si riesce spesso a capire quale sia la verità contenuta nelle numerose indagini e negli altrettanto presenti rinvii a giudizio. Tutto ciò è reso impossibile dalla tattica improntata sempre su mosse burocratiche, escamotage legali, leggi ad personam e decreti ad hoc. Il Premier ogni volta rilancia e grida alla congiura. Il garantismo, equo e giusto, pretende che sia appurato il grado di responsabilità; ma neppure nei confronti di questo viene mostrato rispetto e fiducia. Nasce così il dubbio, la voglia di chiarezza e la speranza che, dalle più alte cariche dello Stato giungano risposte. Cosa che peraltro finora è accaduto solo a corrente alternata. Lo stesso Parlamento è stato ridotto ad una sorta di agenzia di scommesse; si valutano percentuali, numeri che attraverso il ricorso alla fiducia possano consentire l'applicazione delle normative proposte, o forse sarebbe il caso di dire “imposte”. La crisi dei partiti è lunga e datata, ma in questo caso non può essere additata come la spiegazione della mancanza di chiarezza e di democrazia che si evidenzia nel comportamento del suo Attore principale. La credibilità del Nostro paese verso le Borse, i Mercati e la Comunità internazionale, è ormai una sorta di ricordo. Possiamo scomodare persino la storia, come ha sottolineato Pierluigi Bersani, ricordando come a suo tempo lo stesso Mussolini incorse nella sfiducia politica. Vogliamo addentrarci in paralleli o rimaniamo rispettosi dei passaggi democratici che lasciano al Popolo la facoltà e il diritto di indicare le scelte più idonee? Ecco che entrano in gioco i passaggi di cronaca. La magistratura è un organismo democratico per eccellenza ed è presieduto come ben sappiamo dallo stesso capo dello Stato. Una repubblica democratica ha quindi il dovere di ricorrere all'operato di questi Organismi le cui decisioni hanno l'obbligo di essere accettate.
Nessuno vuole emulare Robespierre; il garantismo regni sovrano ma lasci però che sia fatta giustizia. Il rifiuto a presentarsi davanti ai magistrati di Napoli, l'arroganza mostrata nei confronti della stessa stampa dalla quale per anni ha tratto benefici, sono tutti esempi del declino di un uomo che lascia persino che nella struttura democratica di una Repubblica si insinui il "secessionista" di turno che pregusta l'eventuale sconfitta elettorale e invita al sovvertimento delle regole per ottenere il sogno della sua vita.



Pubblicato su Dazebao.NEWS.it

2 commenti:

Anonimo ha detto...

In questo contesto io vedo un uomo che credeva di fare una ennesima furbata mettendosi a fare il capo del governo ed evitando così con leggi ad personam di essere processato e condannato, invece i magistrati tengono duro e nonostante la grande "flotta" berlusconiana sono ancora lì che insistono per processarlo. Visto che abbiamo a che fare con un uomo che la moglie definisce malato e che più passa il tempo e più sembra vero ciò che ella ha asserito, mi chiedo perché il Presidente della Repubblica aspetta tanto per sciogliere le camere? Malato o no, è un uomo che ha sulle spalle il peso dei suoi processi e, o non è capace o non vuole farlo il capo del consiglio, sta di fatto che noi italiani stiamo pagando per colpe che non abbiamo e dunque perché il Presidente Napolitano non reagisce e prende una decisione finale e terminiamo questa agonia non solo del premier,ma di un intero paese? Ormai lo sentiamo da tutte le parti. Tutti vogliono che questo paese abbia un altro esecutivo.Possibile che solo Napolitano non lo capisca? O ci sono altri problemi a noi sconosciuti che bloccano le sue decisioni?

Franco ha detto...

Mi trovo d'accordo... Da più parti si auspica da tempo una presa di posizione decisa del Colle, ma questa non è mai venuta. Scalfaro e Ciampi, per citare i nomi di due Persone significative per la storia della Nostra Repubblica, sicuramente avrebbero fatto molto di più. "Napolitano non lo capisce?" Credo sia ben conscio di ciò che potrebbe esser fatto e di ciò che sarebbe possibile fare, ma è palese la sua intenzione che siano "altri" a produrre un'azione politica tale da indurre alle dimissioni lo stesso Premier.
Mi spingo a dire che in questo gioco non sono esenti logiche di parte che spingono per una non decisione in tal senso. Più volte a B. poteva essere staccata la spina che lo teneva ancorato ad una sopravvivenza forzata, ma ogni volta una parte considerevole dell'opposizione gli è venuta in soccorso (in un modo o nell'altro). Sono fatti e come tali sotto gli occhi di tutti. La situazione è oggi mutata in negativo per il Premier, ma le sue risorse sono ahimè grandi. Sì, credo che le massime Cariche dello stato debbano ovviamente intervenire... ma non lo faranno mai se il maggior partito dell'opposizione si mostra balbettante e poco incisivo. C'è un mondo politico e socialmente riconoscibile che è presente fuori dal Parlamento; mi riferisco ad una sinistra diffusa che soffre e lotta a fianco dei Cittadini. Sia tenuto conto di questo e siano fatte le dovute considerazioni invece di andare a trovare alchimie politiche che sanno di "solita minestra".

Grazie del commento che accetto sempre in ogni sua forma anche se un riferimento più preciso all'autore dello stesso avrebbe fatto maggiormente risaltare la portata di un contenuto altamente condivisibile.

Buone cose.

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