Anche volendo, risulta impossibile non occuparsi di Berlusconi. Il Nostro eroe si è recato in trasferta europea per salvaguardare l'Italia dall'ambiguità delle opposizioni che, come Lui stesso afferma, "criticano la manovra per rovinare l'immagine del presidente del Consiglio". Nessun legame con i suoi "affari giudiziari" quindi, ma solo per "convincere l'Europa" della genuinità della politica governativa italiana che non fa altro che difendersi da questa "solita" sinistra.
Vero è, che ormai quest'Uomo ci ha abituato a tutto, ma altrettanto che ogni volta ci dimostriamo stupiti dalle sue dichiarazioni e ci fermiamo troppo sulle sensazioni che ci vengono trasmesse da questo suo personalismo voluto e costruito per allontanare la Gente da ciò che sta veramente accadendo e di cui il suo governo è protagonista. Con la solita abilità comunicativa recita il suo copione davanti al presidente del Consiglio Europeo Van Rompuy e rilascia dichiarazioni che tanto ricordano esempi di un passato che l'Italia voleva dimenticare, fino ad arrivare al paradosso: "Le basi economiche italiane sono molto buone. Abbiamo il migliore deficit dell'Unione europea, subito dopo la Germania". Meglio non pensare allo scambio di "vedute" con Van Rompuy, visto che al termine dell'incontro, lo stesso presidente del Consiglio Europeo si spingeva ad affermare come "la messa in atto" della manovra italiana "sarà primordiale". Ma andiamo oltre la "gratitudine" dovuta al Premier, per renderci conto meglio di ciò che accade dalle Nostre parti. In questo momento è in atto la discussione alla Camera della manovra "anti crisi". Gli emendamenti presentati sono circa 400, frutto dell'intenzione di cercare una discussione complessiva evitando che la maggioranza ponga la fiducia. La speranza che ciò avvenga è irrisoria, quasi nulla, visto che proprio Berlusconi ha indicato per domani la replica del governo ed a seguire la messa in votazione della stessa. Già, la discussione e il dialogo; quando mai ci sono stati in questi anni? Il record del voto con "fiducia" aumenta ogni volta e con quest'ultima stiamo per far passare un escamotage tra i più subdoli che l'Italia abbia mai conosciuto, quello sull'articolo 8 che metterebbe fuori gioco l'Art. 18 dello Statuto dei lavoratori. Sconcerto, quasi una rassegnazione, gli elementi che si palesano anche dalle parole di Marina Sereni, vice presidente dell'Assemblea nazionale del Pd: "Per la seconda volta, dopo quella di luglio, la manovra arriva alla Camera e non si può toccare. Noi avevamo proposto un accordo al governo e alla maggioranza di affrontare pochi emendamenti: togliere l'articolo 8 che non modifica assolutamente i saldi e che è solo motivo di conflitto sociale, reintrodurre una richiesta di contributo in più ai parlamentari che hanno un doppio stipendio, mettere alcune misure per la crescita. Quei punti si potevano modificare e immediatamente avremmo potuto approvare la manovra oggi alla Camera, rimandarla al Senato e farla approvare in un giorno al Senato. Dai microfoni di Radio Anch'io, Marina Sereni conclude con lucido realismo: "La verità è che noi, per la seconda manovra da luglio, approviamo una manovra in tempi record e già mentre la stiamo approvando sappiamo che non è sufficiente". Le ragioni per essere pessimisti non mancano visto il passo determinato che Silvio Berlusconi mostra in conferenza stampa a Bruxelles: "La manovra andrà domani in Aula alla Camera con la fiducia e sarà approvata senza cambiamenti. Il risultato sarà di saldi superiori a quelli concordati con la Bce". Con la stessa perentorietà la Digos ha notificato questa mattina ad Arcore un atto di citazione che intima a Silvio Berlusconi di comunicare entro domani la data della sua deposizione, fissando come limite massimo il giorno 18 settembre. Ancora una volta le questioni private si sovrappongono a quelle istituzionali, ed ancora una volta probabilmente serviranno come via di fuga dai problemi e dai disastri che attanagliano il Paese. Continua una diaspora tra accusato e carnefici, tra i "soliti comunisti" ed il paladino della democrazia. Conta poco che Jerzy Buzek, presidente dell'Europarlamento, faccia intuire la scarsa stima che scorre in ambito continentale nei confronti di Silvio Berlusconi. Il Premier italiano è abituato a navigare in queste acque e continuerà a farlo. Resta ancora il solito punto di domanda: per quanto ancora il Popolo italiano accetterà queste condizioni? Scioperi, presidi, dimostrazioni, manifestazioni si susseguono dappertutto. L'opposizione riesce a farsi forte di questo o aspetta che la morte si avvicini per inedia? La risposta non verrà, ovviamente, neppure dopo questa ennesima "fiducia".
Vero è, che ormai quest'Uomo ci ha abituato a tutto, ma altrettanto che ogni volta ci dimostriamo stupiti dalle sue dichiarazioni e ci fermiamo troppo sulle sensazioni che ci vengono trasmesse da questo suo personalismo voluto e costruito per allontanare la Gente da ciò che sta veramente accadendo e di cui il suo governo è protagonista. Con la solita abilità comunicativa recita il suo copione davanti al presidente del Consiglio Europeo Van Rompuy e rilascia dichiarazioni che tanto ricordano esempi di un passato che l'Italia voleva dimenticare, fino ad arrivare al paradosso: "Le basi economiche italiane sono molto buone. Abbiamo il migliore deficit dell'Unione europea, subito dopo la Germania". Meglio non pensare allo scambio di "vedute" con Van Rompuy, visto che al termine dell'incontro, lo stesso presidente del Consiglio Europeo si spingeva ad affermare come "la messa in atto" della manovra italiana "sarà primordiale". Ma andiamo oltre la "gratitudine" dovuta al Premier, per renderci conto meglio di ciò che accade dalle Nostre parti. In questo momento è in atto la discussione alla Camera della manovra "anti crisi". Gli emendamenti presentati sono circa 400, frutto dell'intenzione di cercare una discussione complessiva evitando che la maggioranza ponga la fiducia. La speranza che ciò avvenga è irrisoria, quasi nulla, visto che proprio Berlusconi ha indicato per domani la replica del governo ed a seguire la messa in votazione della stessa. Già, la discussione e il dialogo; quando mai ci sono stati in questi anni? Il record del voto con "fiducia" aumenta ogni volta e con quest'ultima stiamo per far passare un escamotage tra i più subdoli che l'Italia abbia mai conosciuto, quello sull'articolo 8 che metterebbe fuori gioco l'Art. 18 dello Statuto dei lavoratori. Sconcerto, quasi una rassegnazione, gli elementi che si palesano anche dalle parole di Marina Sereni, vice presidente dell'Assemblea nazionale del Pd: "Per la seconda volta, dopo quella di luglio, la manovra arriva alla Camera e non si può toccare. Noi avevamo proposto un accordo al governo e alla maggioranza di affrontare pochi emendamenti: togliere l'articolo 8 che non modifica assolutamente i saldi e che è solo motivo di conflitto sociale, reintrodurre una richiesta di contributo in più ai parlamentari che hanno un doppio stipendio, mettere alcune misure per la crescita. Quei punti si potevano modificare e immediatamente avremmo potuto approvare la manovra oggi alla Camera, rimandarla al Senato e farla approvare in un giorno al Senato. Dai microfoni di Radio Anch'io, Marina Sereni conclude con lucido realismo: "La verità è che noi, per la seconda manovra da luglio, approviamo una manovra in tempi record e già mentre la stiamo approvando sappiamo che non è sufficiente". Le ragioni per essere pessimisti non mancano visto il passo determinato che Silvio Berlusconi mostra in conferenza stampa a Bruxelles: "La manovra andrà domani in Aula alla Camera con la fiducia e sarà approvata senza cambiamenti. Il risultato sarà di saldi superiori a quelli concordati con la Bce". Con la stessa perentorietà la Digos ha notificato questa mattina ad Arcore un atto di citazione che intima a Silvio Berlusconi di comunicare entro domani la data della sua deposizione, fissando come limite massimo il giorno 18 settembre. Ancora una volta le questioni private si sovrappongono a quelle istituzionali, ed ancora una volta probabilmente serviranno come via di fuga dai problemi e dai disastri che attanagliano il Paese. Continua una diaspora tra accusato e carnefici, tra i "soliti comunisti" ed il paladino della democrazia. Conta poco che Jerzy Buzek, presidente dell'Europarlamento, faccia intuire la scarsa stima che scorre in ambito continentale nei confronti di Silvio Berlusconi. Il Premier italiano è abituato a navigare in queste acque e continuerà a farlo. Resta ancora il solito punto di domanda: per quanto ancora il Popolo italiano accetterà queste condizioni? Scioperi, presidi, dimostrazioni, manifestazioni si susseguono dappertutto. L'opposizione riesce a farsi forte di questo o aspetta che la morte si avvicini per inedia? La risposta non verrà, ovviamente, neppure dopo questa ennesima "fiducia".
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