Gli alibi di un governo “maledetto”

120323governo1Lo chiama "governo maledetto", ed ha ragione. Ma più che un autocritica quella di Monti appare come una palese difesa dell'operato di un esecutivo che ha reso ancora più incerta la situazione politica del Nostro paese. Si rifugia dietro il paravento della tecnocrazia attaccando i partiti, quasi ne fosse escluso. Non è così e lo sappiamo benissimo! Se si fosse trattato di un vero tecnico avrebbe compreso e messo in pratica provvedimenti equi, distanti da ogni logica di appartenenza,

Silenzio, parla Draghi!

Mario-DraghiMentre cresce l'attesa per l'esito delle consultazioni elettorali in Sicilia, evento che potrebbe fornire dati estremamente interessanti, la Finanza europea lancia il suo attacco.  Udite udite, a farlo è niente meno che Mario Draghi. Forse qualcuno ha sottovalutato l'importanza ed il ruolo (o il compito?) del presidente della Banca centrale europea. Sono i numeri a fare i fatti, e forse anche a decidere, specialmente in un momento storico come questo, lo stesso destino delle popolazioni.

Quando la realtà conta più degli “annunci”

berlusconi_riflessioneBerlusconi conquista ancora una volta la pole position nelle prime pagine dei quotidiani. La cronaca, almeno per quanto ci riguarda, potrebbe (e dovrebbe) finire qui. E' vero che si parla volente o nolente, dell'uomo che per diciotto anni ha monopolizzato la scena politica italiana, così come altrettanto innegabile è il fatto che non si può dimenticare quello ha significato e comportato. Tuttavia, le considerazioni che soprattutto a livello politico dovrebbero essere fatte, sono ben altre.

Israele schiera la flotta contro Estelle

Riuscire a scrivere senza avvertire un nodo che ti stringe lo stomaco è davvero difficile. Alle 10,30 di ieri, sabato 20 ottobre, la nave-veliero Estelle, con a bordo attivisti per i diritti umani e addirittura membri del parlamento di diverse nazionalità europee, è stata attaccata in acque Internazionali dalle navi da guerra Israeliane. Il cargo pacifista era diretto a Gaza, la striscia ormai conosciuta come terra di sofferenze e di morte.

Vendola sfida Monti. Salta il patto di stabilità in Puglia

vendola4Fatti, e non parole. Incurante di chi (tal Matteo Renzi da Firenze..) annuncia proclami e cambi di fase che dovrebbero portare alla presentazione di veri e propri programmi, Nichi Vendola trasforma le parole in atti concreti. Lo ha fatto ieri (giovedì 18 ottobre, ndr.) con l'annuncio alla stampa della decisione della giunta regionale di violare il patto di stabilità per la spesa europea.

Mentre Renzi latita, il "suo" partito cambia le regole dello Statuto

assemblea naz. PDL'Assemblea nazionale del PD modifica lo statuto e tutti vissero felici e contenti. Ma è proprio così?  In realtà era la sola maniera che i Bersaniani potevano avere per non rischiare di perdere la corsa prima di staccarsi dai blocchi di partenza. Chi sottovaluta la scaltrezza rampante del sindaco di Firenze, al secolo Matteo Renzi, dovrebbe ricredersi ampiamente. Sa quel che vuole e dove può arrivare. 

Assemblea Onu: Obama si prepara alle Crociate!

USA UNITED NATIONS GENERAL ASSEMBLY Assistiamo alla stessa farsa da decenni, eppure la trama riesce a colpire egualmente il "cuore" dell'opinione pubblica!
Culture secolari, religioni, e costumi altrettanto antichi, rimangono ogni volta imprigionati nel mirino di un meccanismo che privilegia la tutela del sistema Occidentale.
Ormai c'è la tendenza (voluta?) a generalizzare, non pensando che il "buono" e il "cattivo" esiste in ogni dove.

Hollande, investitura ufficiale all' Eliseo. Un vento nuovo soffia sull’ Europa?

sarkozy-hollande-victory-dayLa mattina dell'incoronazione. In una cornice bagnata dalla pioggia Francois Hollande si è insediato oggi quale presidente della Quinta repubblica francese. Il primo passo ufficiale è iniziato con l'omaggio al milite Ignoto all'Arco di Trionfo, al quale ha fatto seguito il giuramento all'Eliseo ed il tradizionale corteo tra la Gente a bordo di una Citroen DS decapottabile, moderna ed ecologica, da Lui stesso fortemente voluta. Ai più è apparso come un inizio all'insegna della sobrietà e della concretezza.

Pompei, nuovo caso di suicidio: conseguenza di una condizione sociale diffusa e non più sostenibile?

suicidio2Ancora un episodio di suicidio. Questo pomeriggio a Pompei, Arcangelo Arpino, imprenditore 63enne, si è sparato con una pistola calibro 7,65 regolarmente denunciata, nel piazzale del parcheggio di un Santuario. Il decesso è avvenuto poco dopo nell'ospedale di Castellammare di Stabia. Vorremo fermarci qui, perché è già rilevante il fatto che un'altra vita sia scomparsa. Da quel che è dato sapere ha lasciato due lettere, in una delle quali si rivolge alla Madonna scusandosi per il gesto compiuto e pregandola di aiutare la famiglia, e nell'altra rivolge accuse ad Equitalia per le diverse cartelle esattoriali inviate. In quest'ultima parla anche di un altro episodio che riguarda ancora l'Ente di riscossione collegandolo ad un commercialista con il quale probabilmente lo stesso imprenditore aveva avuto un rapporto di lavoro. Sono particolari da chiarire ovviamente, sui quali gli investigatori stanno svolgendo indagini, ma che tuttavia riportano l'attenzione al dramma sociale che sta allargandosi a macchia d'olio e in forme assolutamente devastanti. Le accuse incominciano a levarsi da più di una parte. Abbiamo visto le reazioni dello stesso Pdl e di Berlusconi dopo le parole pronunciate da Monti nel corso di un dibattito a Roma nei giorni scorsi. Il Premier ha poi voluto precisare che non si riferiva ai suicidi dei quali, afferma "non mi permetterei di parlare in un contesto come questo", ma di "conseguenze umane", sottolineando che "non mi si era riferito a nessun particolare governo".
Resta il fatto che c'è un disgregamento sociale che getta nello sconforto tantissime persone e non può essere sottovalutato. L'Ente di riscossione dello stato, Equitalia, è nel mirino di molti. Perché, ci chiediamo, non deve essere fatta chiarezza sull'operato di questo? Nessuna accusa ma la situazione non può che richiedere un tempestivo intervento al fine di far luce sulla regolarità del lavoro fatto in questo ambito. La situazione ci consegna un quadro di ampio e diffuso disagio, spesso collegandolo proprio alla stessa Equitalia. A denunciarlo apertamente è lo stesso Gigi Bonfanti, segretario generale della Fnp-Cisl che non si fa scrupoli ad affermare come sia "assolutamente inconcepibile ciò che Equitalia ha fatto ai danni di alcuni cittadini di Catanzaro che si sono ritrovati con pensioni e paghe improvvisamente pignorate". Nella nota diffusa alle agenzie Bonfanti prosegue puntando il dito sul fatto che "Non è possibile che un pensionato o un lavoratore, sulla base di una decisione assolutamente arbitraria, si possa ritrovare improvvisamente privato di quella che, a volte, rappresenta l'unica fonte di sostentamento senza poter in alcun modo difendersi; una norma che presenta carattere di dubbia costituzionalità, in merito alla quale chiediamo si faccia chiarezza".
Può dirsi dunque estraneo a tutto questo, un governo che fin dall'inizio del suo mandato ha puntato prevalentemente sull'etica del rigore? La stessa Fornero ammette la durezza dei provvedimenti presi specificando che era però impossibile fare diversamente. Come dire, "assumete questo farmaco se volete salvarvi la vita, malgrado dia effetti collaterali che rischiano di portarvi conseguenze gravissime". Forse è ora che si capisca che siamo Persone, e in quanto tali viviamo molto del riflesso che ci viene dall'esterno che in questo caso potremo identificare nella società regolata attraverso leggi e provvedimenti sempre più restrittivi. Il rispetto per la vita umana, ultimo ma non per importanza il caso dell'imprenditore di Napoli suicidatosi questo pomeriggio, ci impone di vedere oltre la notizia di cronaca. Lo stato sociale sta andando incontro ad una vera e propria dissoluzione, dando ragione al premio Nobel per l'economia Paul Krugman, che insieme ad altri suoi illustri colleghi hanno lanciato recentemente un appello allo stesso Obama. E' proprio in questo contesto di sgretolamento dello stato sociale che finisce l'aspettativa e la tutela dei diritti del Cittadino. Primo tra tutti quello di vivere una vita "possibile"!
In una nota rilasciata lo scorso Martedì, il premier Monti affermava che "Le sofferenze economiche e sociali che derivano da questa crisi sono grandi, sono visibili, sono evidenti anche se si sono accompagnate finora ad un grande senso di responsabilità dei cittadini nel capire e devo dire di gran parte delle forze politiche nello spiegare. Il governo si adopera per immaginare ogni tipo di temperamento delle conseguenze sociali della crisi. Deve anche chiedersi, e questa è la cosa che dà più pena a chi deve riflettere e prendere la decisione, se un ampio e immediato rilascio della pressione al risanamento non finirebbe per comportare, sull'arco di un tempo un po' più lungo, conseguenze umane ancora più grandi".
Meglio 100 morti oggi che 2000 domani? Forse sarebbe meglio che l'uomo di ghiaccio, l'ex rettore della Bocconi, chiamato a gran voce da chi ha politicamente fallito il proprio compito durante questi ultimi 15 anni, provasse a darsi qualche risposta anche questa sera. Dopo l'ennesima, atroce fine, di una Persona che lascia la propria Famiglia nel dolore e nello sconcerto. 



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Palermo: in discussione il conteggio dei voti. Legge male interpretata o siamo su “scherzi a parte”?

leoluca orlandoNon cambia il significato politico di una scelta che vede comunque Leoluca Orlando come la vera sorpresa di queste Amministrative palermitane. L'impressione è che si voglia creare confusione sulla probabile affermazione del candidato a sindaco sostenuto, oltre che dal suo partito, l'Idv, anche dalla Federazione della Sinistra e dai Verdi.
La confusione sembra essere scaturita dal presunto errore d'interpretazione della nuova legge elettorale, la n.6 del 2012 che si sovrappone alla 35 del 1997, varata dalla Regione Sicilia. In sostanza, per la Regione il conteggio va fatto sul numero dei voti validi, per i comuni invece, il calcolo si basa sulle sole preferenze attribuite ai sindaci. "Nel regolamento che ci è stato fornito - si apprende da un presidente di sezione elettorale a Palermo - era specificato che da quest'anno non vale più il voto di trascinamento, ma solo da un'attenta lettura del verbale si poteva desumere che era necessario inserire anche i voti solo per il sindaco e poi solo per le liste (senza preferenze). Questo ha rallentato in moltissimi casi lo scrutinio e alcune sezioni hanno dovuto cominciare da capo". Le reazioni non si sono fatte attendere.

Mentre Orlando parla di "vulnus della democrazia. Noi andiamo avanti lo stesso - prosegue il candidato di Idv - Fds e Verdi - Eventualmente ci sarebbe un problema per i consiglieri comunali, alcune liste che al momento hanno superato lo sbarramento del 5 per cento non sarebbero rappresentate in consiglio, questo sarebbe un vulnus". A rincarare la dose, Pippo Russo, segretario Idv di Palermo: "Apprendiamo di una interpretazione della normativa elettorale da parte della Regione tanto bizzarra, quanto aberrante, che vorrebbe tener conto delle schede bianche per il calcolo delle percentuali riportate dai candidati sindaco". L'esponente di punta dell'Idv palermitano continua aggiungendo che "Non possiamo che sottolineare l'assoluta bizzarria di tale interpretazione, evidenziando che comunque, se fosse confermata andrebbe applicata tanto ai candidati sindaco quanto alle liste per il Consiglio comunale le cui percentuali andrebbero ricalcolate tenendo presente l'altissimo numero di schede bianche per il Consiglio (cioè le circa 45.000 schede che riportavano solo il voto per il sindaco e vanno quindi considerate bianche per il Consiglio)". Russo evidenzia ancora quanto sia "Importante sottolineare che in tal modo, mentre non cambierebbe la sostanza del voto sul sindaco, sarebbe stravolta la geografia del consiglio comunale. Da un calcolo da noi fatto, applicando tale bizzarra interpretazione della Regione, a Palermo ci sarebbero ancora meno liste che supererebbero il 5%, facendo saltare per esempio le liste "Amo Palermo", "Cantiere Popolare", "Grande Sud", "Ora Palermo" e mettendo a rischio le liste del Pd e dell'Udc. La speranza che tutti i nodi vengano sciolti è ora nelle mani dell'assessore regionale per le autonomie locali, Caterina Chinnici, che in una nota afferma che gli uffici "stanno provvedendo a fare le verifiche del caso per sciogliere i dubbi sulla differente interpretazione della norma elettorale". Resta l'inquietante interrogativo: ma siamo davvero su "Scherzi a parte"?





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Monti, dopo Sarkozy nuovo “socio” della Merkell. Quale futuro per l’Italia?

Mario Monti e Angela Merkel a BerlinoFiumi di inchiostro stanno monopolizzando il mondo dell'informazione. L'incoronazione a Presidente della Repubblica di Francois Hollande, tiene ovviamente banco. E' giusto che ci sia attenzione e speranza, ma non è così semplice prevedere ciò che accadrà in Europa malgrado l'importante risultato ottenuto dalla sinistra francese. Il dato certo è che si è incrinato l'asse franco-tedesco, ma non si può certo dire che la vittoria della sinistra francese costituisca la soluzione definitiva

Sarkozy in affanno. Il confronto televisivo con Hollande atteso da milioni di francesi.

confronto tv sarko vs hollandeUna serata diversa, quella di questa sera, per il Cittadino francese. I due contendenti allo scettro di Presidente della Repubblica, ovvero Nicolas Sarkozy e Francois Hollande, si sfideranno in un confronto televisivo che molti giudicano essenziale per spostare il consenso degli indecisi. La situazione è tutt'altro che delineata e prevedibile.

Francia al voto: la sinistra sogna, l'Europa spera…

Hollande1Il primo round delle Presidenziali francesi è dunque andato a Francois Hollande. L'appuntamento Francese non è un evento qualsiasi e potrebbe davvero cambiare il corso di un lungo periodo storico che attraversa l'Europa da anni, segnato da una profonda crisi sistemica oltre che finanziaria. Negli editoriali comparsi questa mattina (23 aprile, ndr.) si usano termini intrisi di stupore per la battuta d'arresto del Presidente uscente Sarkozy.

Lacrime padane. Roma, accogliente per anni, ritorna ad essere “ladrona”!

senaturLa preoccupazione più grande è rivolta a quel distacco che il Cittadino amplierà di fronte all'ennesimo esempio di "mala politica". In una democrazia il garantismo è d'obbligo, ma ovviamente le premesse non sono incoraggianti nei confronti del "capo" delle truppe politiche padane. Esiste un limite anche all'irruenza e all'arroganza, e Bossi, il Senatur, sta forse superando anche questo. Per anni ha condiviso, accettato, e sostenuto, anche se sarebbe interessante conoscerne i particolari, una politica governativa che ha devastato l'Italia. O forse sarebbe meglio dire senza incertezze che senza il suo sostegno lo scempio politico portato avanti dal Cavaliere non sarebbe avvenuto. Oggi in risposta alle accuse che gli sono state rivolte, lo stesso Senatur grida ancora Roma ladrona! Come si può definire un simile atteggiamento? Fino al momento in cui era al governo non diceva che Roma era “ladrona”, ma anzi, ci andava volentieri permettendosi di mostrarsi sprezzante nei confronti di tutti coloro che non erano allineati al (suo) potere.
Fa sorridere il pianto di un uomo che ha le stesse colpe di quel Berlusconi che ha tenuto politicamente in vita fino all'ultimo secondo, e per anni! Oggi piangere è diventata una moda. Ma gli italiani, saccheggiati, impoveriti, offesi e privati di molte opportunità, cosa dovrebbero fare? Le agenzie ci raccontano dell'emozione di una "platea" che non ha retto alle lacrime del "capo". Il capo?? Non ci deve interessare oggi quelli che sono fatti da provare. Lo abbiamo scritto più volte che la colpa deve essere accertata e provata. Ma non passiamo sopra ad un atteggiamento che ha dell'incredibile. Non ci interessa se lo stesso "capo" ha probabilmente preso in giro i suoi stessi "soldati", quanto ciò che quest'uomo ha fatto politicamente contraddicendo quei principi che demagogicamente andava sbandierando. Ed oggi abbiamo la riprova che si trattava di pura e semplice demagogia, rozza e pericolosa! Proviamo poca comprensione verso chi è stato complice di un malgoverno durato per anni. Tra le sue fila sono state partorite idee tramutate in leggi barbare, assurde, tanto da venir definite dai suoi stessi collaboratori (Calderoli se ci sei batti un colpo!) addirittura con termini quali "porcate".
Bene, è giunta quindi l'ora in cui anche il "capo" debba pensare a diventare adulto. Le lacrime siano messe da parte e sia fatta chiarezza su qualcosa che forse potrebbe portarci a capire meglio i meccanismi attraverso i quali, il Popolo italiano, (e non uno sedicente spicchio di Territorio neo ribattezzato), ha potuto subire di tutto e di più.

Fornero continua imperterrita l'avanzata. Sale la preoccupazione di chi vuol difendere i diritti acquisiti

Fornero da FazioMentre dall'Estero anche la stampa, vedi Financial Times, non manca di alimentare il fuoco sotto la cenere, la ministro Elsa Fornero continua la sua marcia forzata e ostinata sulla via della riforma del lavoro. Assicura attraverso le agenzie di stampa che dovrebbe essere già pronta per domani. Ma intanto prosegue una vera e propria propaganda sull'argomento (segno di debolezza nei contenuti espressi) che già da febbraio scorso era arrivata a dipingere questa riforma come il toccasana persino per offrire più vantaggi alle donne. Ci chiediamo dove, in che modo, e attraverso quali provvedimenti possa avvenire questo. Sicuramente non attraverso l'abolizione dell'Art.18 che semmai indebolisce maggiormente il ruolo delle stesse donne nell'ambito del lavoro. Forse la Sig.ra Fornero non ha ben compreso (o non vuol comprendere) quali siano i risultati della precarietà e su quali "figure" sociali si è abbattuta maggiormente questa crisi. Sale ancora, alla "borsa del dubbio", l'incertezza e lo scetticismo dello stesso Bersani. Il segretario del Partito Democratico non stacca la mano dal freno a mano: "“In questi giorni ho cercato di lanciare messaggi di ragionevolezza, ma per ora non c'è nessuna concreta novità sulla riforma del mercato del lavoro e in particolare sull'articolo 18”. Lo stesso Bersani aveva proposto misure alternative con il chiaro scopo di "tamponare le falle" contenute nella Riforma proprio sul capitolo del trattamento di fine rapporto. In pratica la vecchia frase "niente di nuovo sul fronte... della Riforma", è ancora in vigore. A quanto sembra le intenzioni del governo, Fornero e Monti in testa, sono le stesse. Susanna Camusso, segretaria della Cgil, rilancia ovviamente la sua linea in contrapposizione con quella del progetto governativo. Si continua a parlare di scioperi e di proteste diffuse. Più ottimista sembra essere Enrico Letta, vicesegretario dello stesso PD. Il buon Letta sogna ancora la possibilità di correggere alcuni punti del testo che verrà presentato in Parlamento. In realtà non si tratta di "roba di poco conto" né di punti sporadici, quanto semmai di una concezione conservatrice che aprirebbe le porte a una deregolamentazione del mondo del lavoro che priverebbe gli stessi lavoratori dei diritti fondamentali finora acquisiti. L'esempio più eclatante viene dall'episodio della "controversia" Marchionne. Tre sindacalisti licenziati e poi riassunti dopo la decisione del Tribunale. Ma in che modo? Il Sig. Marchionne si è permesso di imporre a questi lavoratori l'ottenimento del loro solito stipendio a patto che non mettessero più piede in Fabbrica! Immaginiamo dunque se l'Art. 18 fosse stato abolito, quale potrebbe essere il destino di queste Persone?! Eppure lo stesso Premier, ben coadiuvato dal presidente della Repubblica Napolitano, ha sempre minimizzato sulla questione dei licenziamenti facili, promettendo una vigilanza attenta ed escludendo episodi come quello citato. Come possiamo vedere la credibilità viene rapidamente a mancare. Contemporaneamente le crepe non tardano a far capolino neppure in Parlamento. Lo stesso Cazzola, vicepresidente della commissione Lavoro della Camera, forse non proprio attento al vero significato delle sue dichiarazioni, ha comunque sollevato alcune ipotesi che fanno riflettere: "Sono pronto a scommettere che una gran parte dei licenziamenti economici si ribalteranno in quelli discriminatori ma i giudici del lavoro saranno bravissimi ad aggirare l'ostacolo". Fiducia a priori sulla funzione dei Giudici quindi, ma anche indicazione della veridicità di un possibile percorso che è facilmente ipotizzabile! L'esponente del PDL continua, e sempre sull'articolo 18 afferma che "Sarà il caso di riesaminare qualche altro aspetto riguardante i licenziamenti disciplinari, dove la scelta del giudice è molto vincolata ma non sarà' difficile trovare una soluzione". L'ottimismo viene invece sostituito dal buonsenso di chi si chiede ancora quali benefici portino questi nuovi paventati provvedimenti in funzione di un miglioramento dell'ingresso nel mondo del lavoro. Non si capisce cosa lega l'articolo 18 allo sviluppo di opportunità nuove in “ingresso”.
Il "panzer" guidato da Lady Fornero continua dunque la sua avanzata senza lasciare intravedere spiragli diversi da quelli finora proposti. Parlare del vissuto delle Persone, sia pure che si tratti di un Ministro, è sempre difficile, ma certamente in molti continuano a chiedersi il perché di tante lacrime sparse, quando poi a queste hanno fatto seguito atteggiamenti intrisi di una decisione ed una determinazione raramente riscontrabili. Sono solo i fatti, come ben si vede, che possono parlare.




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Alta velocità: il governo motiva, il Territorio risponde!

no tavQuesta mattina la Camera ha approvato la mozione unitaria per le iniziative volte a finanziare le opere e gli interventi previsti dal piano strategico per il territorio interessato dalla Tav Torino Lione. Il testo è stato approvato con 390 voti favorevoli, l'astensione dell'Idv e un solo voto contrario, quello di Fabio Granata di Fli. Interessante, o meglio, importante ai fini della comprensione di ciò che sta accadendo sul fronte di questa "assurda contesa", cercare di capire

Monti sponsor di se stesso, lancia un monito ai partiti ma “santifica” Berlusconi!

b. e montiIl Premier mostra il suo vero volto. Lo fa sparando attraverso le agenzie di stampa, usando la comunicazione per far sapere che è più forte dei partiti. Non riflette però sul fatto che sono stati proprio Loro a chiamarlo a svolgere questo compito. Inutile che l'ex Preside della Bocconi si mascheri da tecnico quando sta facendo più politica del politico più consumato! Non sembra essere più l'uomo che si era messo a disposizione del Parlamento, quanto Colui il quale mostra spavaldamente un volto deciso che lo aiuta nell'esternare affermazioni che non lasciano dubbi. Dall'altro capo del Mondo giungono le sue dichiarazioni che hanno il chiaro sapore di un monito nei confronti degli stessi partiti che lo hanno fortemente voluto: "Nonostante il calo degli ultimi giorni, a causa delle misure sul mercato del lavoro, il governo gode di un forte consenso nei sondaggi di opinione, ma i partiti no", afferma infatti lo stesso Premier. Si cautela sottolineando che il compito dell'esecutivo tecnico "è e deve essere un'eccezione, quindi la vita politica tornerà ai partiti", ma subito riprende lo scettro e lancia in resta, detta il suo duro segnale: "Quando però Questi torneranno al potere saranno un po' diversi perché più consapevoli di prima rispetto alla richiesta di governance da parte degli italiani, mentre in passato l'offerta è stata carente".
Su quali basi poggiano queste riflessioni non è dato saperlo. Evidentemente Monti non vede, non sente e se c'era dormiva! Da mesi non passa giorno in cui non ci sia una protesta, uno sciopero, una dimostrazione; le trattative con le parti sociali e le Forze politiche sono sempre altalenanti e trovano ampio sconcerto tra i Cittadini che sono stanchi di essere trattati come le ultime ruote del carro. L'Italia di Monti sta diventando sempre di più un paese a due velocità con un divario tra ricchezza e povertà che ha ampliato la sua forbice. Si parla solo di tasse e tagli, che oltretutto colpiscono prevalentemente i lavoratori dipendenti. Si è voluto, inspiegabilmente, rinunciare all'applicazione di una patrimoniale sui "mega redditi"; si parla solo ed esclusivamente della fase in uscita dal mondo del lavoro come se questa fosse la soluzione che crea nuove prospettive!? Ma di quale consenso sta parlando quest'Uomo?? Addirittura ripesca e rivaluta l'uomo politico che negli ultimi anni ha devastato l'Italia facendola diventare lo zimbello d'Europa. Il riferimento di Monti alla "saggezza" di un leader come Silvio Berlusconi, definito come l'uomo al quale si dovrebbe riconoscenza per essersi dimesso "senza essere stato battuto in Parlamento" ha veramente qualcosa di incredibile.
Se qualcuno avesse ancora qualche dubbio sulla collocazione politica di questo "Tecnico" intriso di valori candidi e circoscritti solo ai numeri, è servito! Le conclusioni di queste incredibili dichiarazioni fanno riferimento alla speranza che "Questo sia un anno di trasformazione per Italia, non solo per rimediare alle cause della crisi, ma per consolidare la situazione finanziaria e per porre le basi di una crescita più forte".
Ricapitolando: monito ai partiti, accusa alle precedenti gestioni politiche, santificazione del passato governo Berlusconi! La contraddizione è oltretutto evidente: Monti critica i partiti che hanno "lavorato" in questi ultimi anni e poi elogia il Cavaliere. Ci chiediamo se queste note rilasciate dal Premier alla stampa verranno lette anche in casa PD. Ci chiediamo ancora, se il marchio politico indelebile che queste dichiarazioni portano con sé, verrà preso in considerazione dal maggior partito della sinistra presente in Parlamento! Ci chiediamo infine (e tremiamo al solo pensiero!) che cosa avverrà quando gli Eletti dovranno alzare la mano per votare questa scellerata riforma del lavoro proposta dallo stesso governo Monti.  Se la politica onesta vuole recuperare credibilità non può votare a favore di una proposta che ripercorre palesemente il solco in cui sguazzava il precedente governo Berlusconi. Non è solo un semplice augurio, quanto una vera e propria speranza! Se non ci sarà una vera presa di coscienza su quella che si presenta come una situazione drammatica, l'Italia dei lavoratori e di chi crede nel lavoro come valore e fonte di vita, svanirà come neve al sole. La perdita dei diritti acquisiti in decenni di lotte infliggerebbe un colpo letale alla società italiana e non produrrebbe alcun tipo di prospettiva futura. In silenzio Berlusconi se la ride. Spavaldamente Monti e la Fornero sguainano la spada pronta a brandirla contro chi si opporrà ai loro voleri.




Riforma del lavoro: avanti tutta! Esiste ancora il Parlamento?

Il dato è certo, le problematiche del Lavoro ed in particolare la questione dell'articolo 18, hanno bisogno di una condivisione e di una convergenza ampia, e non di una prova di forza unilaterale. Il Presidente della Repubblica si è ancora una volta espresso dando più che una semplice impressione di fare sponda a possibili (se non quasi certe) decisioni assunte dal governo. "Quello delle crisi aziendali è il problema più drammatico, le aziende chiudono e i lavoratori rischiano di perdere il posto", ha spiegato Napolitano. E tutto ciò succede non a causa "dell'articolo 18 ma attraverso il crollo delle attività produttive". La confusione che si sta generando sembra più che certa. In risposta alla parole del Presidente non sono mancate quelle rilasciate dal capogruppo alla camera Massimo Donadi che non ha mancato di sottolineare l'insensatezza della decisione del governo: "Ha ragione Napolitano quando dice che il problema principale è la crisi che porta migliaia di aziende a chiudere ogni anno. Come dimostrano i 100.000 licenziamenti collettivi l'anno che ci sono stati dall'inizio della crisi ad oggi. Oltre ai 600.000 che stanno per arrivare per le aziende che hanno ormai concluso tutto il periodo di cassa integrazione e di mobilità. Il parlamentare dell'IDV non fa sconti e rilancia affermando che "Questa pseudo-riforma toglierà soltanto diritti e tutele a chi già oggi ne ha poche di fronte alla gravità della crisi e non rafforzerà in nessun modo le aziende italiane. L'eliminazione dell'Art.18, lo abbiamo detto e lo ribadiamo, produrrà soltanto due cose: tensioni sociali e maggiori licenziamenti e, con riferimento a questi ultimi, una generalizzata 'rottamazione dei cinquantenni". 
Il fronte politico sembra frammentato, ma in realtà, quando si pone la domanda sull'appoggio al governo Monti, rispuntano gli istinti velleitari che hanno mosso a suo tempo gli stessi sponsor della “soluzione tecnica” da affidare a Monti (con il PD ovviamente in testa!).  Crediamo sia necessario che le parole dello stesso Presidente della Repubblica siano analizzate bene e meglio, specialmente quando, rivolgendosi alla stampa, afferma di "Non credere al fatto che noi stiamo per aprire le porte ad una valanga di licenziamenti facili sulla base dell'articolo 18". Ci chiediamo su quali basi lo stesso Napolitano, di fronte alla preoccupazione dilagante nel Paese, risponde ai giornalisti affermando che "Bisogna sapere a cosa si riferisce l'articolo 18". C'è una netta discordanza tra Napolitano (che parla di "non conoscenza del significato dell'art.18) e la posizione sia dei sindacati che di storici conoscitori dell'argomento quali Sergio Cofferati che non mostra dubbi in proposito: "Lotta dura e cambiamenti profondi da parte del governo sulla riforma del lavoro. Se non avverranno il PD deve votare contro il testo annunciato. Così com'è non può essere votato dai democratici". L'europarlamentare del PD rincara la dose affermando che "Aggiustamenti piccoli potrebbero non bastare". Lo storico ex leader della Cgil spiega che "la discussione sul mercato del lavoro è fuorviante, e che il tema principale è la crescita", a dimostrazione del fatto che "Monti impegna le sue energie a discutere la riorganizzazione di una cosa che non c'è. Questa cosa che manca è il lavoro".  La "creatura" del nostro sistema politico parlamentare sta forse diventando più forte dei suoi antichi sostenitori? O forse lo è sempre stato? Le divisioni nel PD ne sono la testimonianza. Vannino Chiti, personaggio storico di questo Partito, afferma di non voler votare un provvedimento sul lavoro di quella fatta. Bersani si dichiara dalla parte dei lavoratori ma non ufficializza alcun tipo di richiesta che corrisponda ad una posizione unitaria del suo stesso partito e da tempo ha lasciato a Monti l'onore e l'onere di fare e disfare. A fargli notare la netta contrarietà della sinistra è lo stesso Nichi Vendola leader di Sinistra Ecologia e Libertà: "Il PD dovrebbe togliere la fiducia a Monti per non vedersi tolta la fiducia da parte dell'elettorato. Non è in gioco un qualunque ingrediente del teatrino della politica è in gioco un pezzo della civiltà del Paese. Se il Governo Monti dovesse mantenere la sua ossessione ideologica, se continuasse ad andare contro i diritti dei lavoratori - aggiunge il Presidente della Puglia - il PD dovrebbe votare contro la fiducia. Noi non possiamo immaginare che i partiti siano delle mummie. Bisogna seppellire quelle culture che per 30 anni hanno ferito e impedito il futuro del nostro Paese. Il mondo del lavoro sta affogando nell'acqua sporca da troppo tempo. Negli ultimi 30 anni i redditi da lavoro subordinato hanno visto diminuire il proprio peso. La ricchezza si è trasferita dal lavoro alla rendita. Nell'economia, la finanza ha preso il posto del lavoro. L'Europa intera deve fare i conti con le nuove povertà. Il lavoro è come una porta girevole, si entra e si esce. La precarietà è presentata come una catastrofe. Ma chi l'ha portata questa precarietà? La cicogna? La politica non ha la colpa di essere una casta ma di essere il maggiordomo della casta". Mentre Bersani alza gli scudi a protezione del governo che ha fortemente voluto, rispedendo al mittente le dichiarazioni di Vendola, sempre da sinistra echeggia tuonante la voce del segretario del Partito della Rifondazione Comunista, Paolo Ferrero: "Il popolo italiano ha ormai la consapevolezza che gli avevano raccontato che c'era un film e invece ne hanno trovato un altro". Secondo Ferrero "le prossime settimane peseranno molto o in bene perché il popolo riprenderà in mano il suo destino, oppure in male perché passa l'annichilimento. Saranno settimane decisive e noi saremo là ad organizzare la rivolta contro questa politica".  Una girandola di comunicati, di dichiarazioni, di "si", "ma", però", che finisce con la solita farsa dipinta dallo stesso segretario del PD: "La riforma del mercato del lavoro messa a punto dal governo può e deve essere corretta in Parlamento". Bersani specifica ancora una volta (e questo non può che essere visto come preoccupante!) che la riforma contiene molti elementi positivi".
A quale Bersani (o "anima" del PD) bisogna credere? Al paladino dei lavoratori, o a colui il quale esalta il lavoro fatto dallo stesso Parlamento? La selva di dichiarazioni da Lui stesso rilasciate non sono incoraggianti, specialmente quando afferma che: "In tutti i decreti arrivati, ovviamente il Parlamento è intervenuto, su tutti ha sempre modificato qualcosa. Io sono sicuro sul fatto che si vorrà ragionare, se no chiudiamo il Parlamento, ma non so se così i mercati si tranquillizzano. Il Parlamento c'è quindi discuteremo". 
Possiamo quindi affermare con sicurezza che il Parlamento esiste ancora? Quali sono e come si presentano le forze politiche che ne fanno parte? La Signora Fornero è stata chiara: "Nessuna marcia indietro» e nessun cedimento a pressioni!". Se Bersani individua nelle forze politiche presenti in Parlamento la diretta espressione del voto e della volontà Popolare, bè, allora faccia il suo mestiere e tenga conto che non possono essere accettati diktat basati su convinzioni che in realtà non sono suffragate da una vera maggioranza. Sempre che non si voglia preferire a questo la politica dell'inciucio e delle mezze verità.




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Consigliere comunale ferito gravemente a Torino. L'episodio richiama l'attenzione del Governo.

agguato musyQualcosa non convince. Il gesto è grave, ferma e indiscutibile la condanna verso l'agguato che ha colpito gravemente il consigliere comunale di Torino, Alberto Musy, in quota UDC. La cronaca sarebbe ovviamente semplice, oltre che conosciuta e ormai diffusa, ma il contorno che si agita su questo episodio desta più di un dubbio.  Il ministro degli Interni Anna Maria Cancellieri, convoca urgentemente una riunione del comitato nazionale per l'ordine pubblico.

Sciopero Fiom: cadono le ultime resistenze nel PD. L'unità del centrosinistra sembra allontanarsi ancora di più!

fiom-scioperoSinceramente non è facile esprimere una valutazione sui meccanismi in atto, ma la cosa certa è che il PD sta veramente avviandosi lungo una china disastrosa, per il paese e per la sua stessa politica. In molti stavano guardando a Stefano Fassina con speranza, come a colui il quale (malgrado abbiamo a suo tempo doverosamente ricordato che è pur sempre il Direttore scientifico di NENS, il periodico di Bersani & Visco) poteva mantenere saldo l'anello di congiunzione con una vera politica di sinistra. Così non sembra più. All'indomani dell'annunciata partecipazione allo sciopero della FIOM, il Responsabile economico dei Democratici ha fatto dietrofront! La motivazione sembra essere l'annunciata partecipazione allo sciopero di esponenti del movimento NO TAV. Il quadro si sta ormai definendo in tutta la sua chiarezza: siamo in presenza di una vera svolta a destra dello stesso PD. Sgombriamo il campo dagli equivoci, non è l'ossessione della collocazione politica in quanto tale, ma bensì la presa d'atto del fatto che sul palco di Roma la FIOM ha invitato tutti quei soggetti che ad oggi si riconoscono in un progetto alternativo al governo Monti. Così è se vi pare! Illustrando il programma della manifestazione, la stessa organizzazione sindacale dei metalmeccanici italiani ha indicato la presenza di Sandro Plano, presidente della Comunità montana della Val di Susa, di un rappresentante del Movimento per l'acqua, oltre ovviamente ai numerosi lavoratori metalmeccanici soprattutto appartenenti ai grandi Gruppi industriali quali Fiat, Fincantieri, Finmeccanica e Wagon lits. Significativa la presenza di Yannis Stefanopoulos, presidente del sindacato dei metalmeccanici greco (POEM) e di molti altri esponenti del mondo della cultura italiana. Il segretario della FIOM, Landini, non si nasconde dietro a un dito affermando che "La nostra manifestazione mette al centro la democrazia, il lavoro, inteso come numero di posti di lavoro e difesa dei diritti, la riconquista di un nuovo contratto nazionale degno di questo nome e la conferma della nostra contrarietà rispetto alle scelte della Fiat". Il mondo dei lavoratori che si riscontrano nell'alternativa al liberismo di Monti e Soci si ritroverà dunque compatto a Roma il 9 marzo. Questa è una linea politica precisa, sia pur portata avanti da un'organizzazione sindacale che comunque ha riscosso ad oggi l'adesione di molte altre forze politiche che vanno dall'IDV a SEL fino ai Comunisti di Rifondazione e della Federazione della Sinistra. Il no al liberismo Montiano è netto e lampante. Questo accade nel momento in cui le tensioni interne al maggior partito dell'ex opposizione parlamentare stanno implodendo con effetti devastanti. Nicola Zingaretti, presidente della Provincia di Roma, noto per le sue doti di equilibrio e buonsenso, è tra i più sorpresi e preoccupati per quanto sta accadendo nel suo stesso partito e non manca di sottolinearlo con tono diretto e sofferto: "Guardando allibito l'incredibile dibattito che si è aperto nel nostro gruppo dirigente nazionale, posso sommessamente far presente a tutti che tra 60 giorni si vota per le amministrative e che nei 28 comuni capoluogo e in centinaia e centinai di altri comuni andremo con un'alleanza di centrosinistra? Potreste anche solo un pochino farvi carico del fatto che ci sono migliaia di militanti e candidati che si stanno battendo per vincere contro la destra e che non è proprio un'idea geniale quella di sbranarsi con troppa facilità, attraverso le pagine dei giornali, proprio su questi temi e in questi momenti? Grazie. Ve ne saremo grati". Le frasi di Zingaretti richiamano l'attenzione sui recenti e aperti scontri avvenuti tra Enrico Letta e Bersani, le due "anime" del PD che sembra (su questo nutriamo ancora ulteriori perplessità) vogliano contendersi lo scettro della leadership dello stesso partito, o meglio, la titolarità di poter indicare la via politica che resta comunque sempre più tendente ad un avvicinamento verso il centro moderato. Si riaprono dunque i giochi all'interno del centrosinistra, e si mettono ancora una volta in discussione le paventate alleanze tra SEL, IDV e PD. Detto così sembrerebbe la fotografia di quarant'anni di obsoleta politica, ma nei fatti si parla di qualcosa di ben più sostanzioso: una linea del Piave che potrebbe decretare una spaccatura significativa nel quadro politico italiano. Le "spiegazioni" date da Bersani non reggono. Il PD non parteciperà allo sciopero di Roma cogliendo il pretesto della presenza di esponenti della NO TAV (andrebbe ricordato che il presidente della comunità montana della Val Susa, Sandro Plano, è iscritto al PD ed è stato sindaco di Susa) ed in quanto tale evidenzia il camuffamento del vero motivo di questa "rinuncia". Inutile affermare che "la piattaforma della FIOM per il 9 marzo non è contro il governo Monti ma coglie aspetti centrali delle rivendicazioni che lo stesso PD sostiene", perché questo non è assolutamente vero. La piattaforma rivendicativa della FIOM, come abbiamo scritto sopra, abbraccia un vasto arco di rivendicazioni che sono il cardine della contrarietà alla politica portata avanti dall'ex Rettore della Bocconi da tempo ormai nel cuore del Partito Democratico. La Telenovela continua, la saga di un partito dalle mille ambiguità prosegue tra lo stupore e lo sconcerto di moltissimi militanti e sostenitori. 




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Napolitano a Torino non incontra i sindaci della Val Susa. Il “non dialogo” continua..!

napolitano a torino 2Sicuramente l'avvenimento del giorno è quello della venuta di Giorgio Napolitano a Torino. Il presidente della Repubblica ha scelto di partecipare ad un convegno organizzato dal CSM sulla magistratura. Non può e non deve sfuggire la causale temporale di questo viaggio a Torino. La regione Piemonte è provata dalle vicende sulla TAV, e non può che far riflettere la decisione di presenziare ad un evento sia pur di rilievo che spinge le stesse forze dell'ordine a blindare l'intera Città.

Vendola non fa sconti a Veltroni. Ma il PD cosa pensa?

Ph Marco Merlini/LaPresse - Costituente Pd - © Marco Merlini / LaPresse

27-10-2007  Milano

Politica

Assemblea Costituente del Partiro Democratico

Nella foto Walter Veltroni - Fotografo: Marco merliniSe questa volta le parole di Vendola non saranno ascoltate o verranno male interpretate, sarà l'intero centro-sinistra a dover rispondere agli italiani su questioni che lasceranno veramente il segno. Veltroni si adegua al gioco dei media e inizia una querelle personale con il presidente di SEL che lo aveva chiamato in causa politicamente sulle sue precedenti e note affermazioni riguardanti l'articolo 18.

Val di Susa, sfiorato il dramma. Dialogo e confronto: due parole sconosciute!

NO TAVSi, abbiamo sfiorato il dramma. Il morto poteva essere Luca Abbà, tuttora ricoverato in condizioni critiche a Torino. E' uno degli attivisti più conosciuti dei NO TAV; ma sarebbe ingeneroso definirlo tale invece di chiamarlo semplicemente "Cittadino che si batte per la sua Terra". Luca Abbà sta reagendo per il momento, alle cure alle quali è sottoposto, ma la prognosi resterà riservata ancora almeno per un paio di giorni.

La sinistra replica a Veltroni. PD di fronte al bivio?

berlusconi eveltroniPiù che citare “Totem e tabù” di Freud, Walter "Uolter" Veltroni avrebbe dovuto ricorrere all'altrettanto ben conosciuto "Psicopatologia della vita quotidiana", oltretutto scritto dallo stesso Autore e più attinente all'ossessiva idea di inseguire un percorso politico ormai proposto e iniziato tanti anni fa e altrettante volte sconfessato dall'insuccesso che ha regalato alle destre Nostrane lunghi periodi di agibilità politica.

La Grecia che brucia ricorda a Berlino i debiti di guerra.

merkel - grecia_650x435La situazione si fa davvero ingarbugliata. Corsi e ricorsi storici mettono sul piano della bilancia aspetti che sembravano appartenere ad un'altra epoca. Stiamo parlando della Germania di Frau Merkel e dell'atteggiamento che questa sta assumendo nei confronti di un paese come la Grecia, ormai sull'orlo del baratro. Il paese è in presenza di un vero tracollo del sistema sociale ed economico; un welfare praticamente in balia di se stesso, una disperazione dilagante che ha portato a ripetuti scontri, violenze, nonché ad un clima quanto mai esasperato e disperato. Tra i paesi europei è proprio la Germania a mostrarsi "più dura" e inflessibile verso la stessa Grecia, anche se ben coadiuvata da altri. Ripetiamo fino alla noia che il quadro che si va definendo, è in realtà gestito a livello sovranazionale dalla stessa "macchina" della finanza mondiale, che detta percorsi e input. La premessa fatta in apertura serviva a porci di fronte alla domanda non di poco conto che si leva sui rapporti in corso tra Grecia e stati europei e soprattutto con la Germania. Sessant'anni fa la Grecia fu invasa da Hitler e ciò che accadde è oggi affidato alla storia. Non si è mai parlato molto invece, del debito contratto dalla Germania nei confronti di paesi come la stessa Grecia.

L'argomento sta invece rispuntando, e non a sorpresa. Il debito della Germania fu drasticamente ridotto rispetto alla cifra che era stata stabilita, ed il "danno" liquidato dalla Germania di Adenauer con il pagamento di 120 milioni di marchi tedeschi, e fu accettato dall'allora ministro greco Karamalis. Stime approssimative indicano che in realtà sia stato pagato circa il tre per cento (3%) della cifra originariamente concordata. Non ci interessa parlare di cifre e numeri se non per sottolineare una disparità di trattamento che oggi viene riservata ad un paese come la Grecia che sta vivendo uno dei momenti storici più brutti della sua lunga esistenza. In sostanza crediamo sia lecito chiedersi se l'atteggiamento duro e inflessibile di Frau Merkel (..e Soci!) sia da rivedere o meno. Non possiamo far pesare sui figli le colpe dei padri, e questo lo affermiamo convintamente, ma che almeno siano fatte le dovute valutazioni. Se il debito della Germania è stato in un certo senso alleggerito ci sembrerebbe opportuno riflettere in merito alla situazione debitoria della Grecia di oggi. Angela Merkel ha le sue belle "gatte da pelare", ed è per questo che è saltato l'incontro di oggi a Roma con il Premier italiano Monti. Supereroi o paesi senza problemi non esistono, almeno a quanto sembra, ed è logico che sia così visto che si pensa a tutto fuorché a proporre una valida alternativa a modelli socioeconomici che hanno mostrato tutti i loro limiti. Forse questa giornata potrebbe essere importante per far riflettere anche il governo italiano. Soprattutto se questo ripercorre la storia, riflettendo sulle responsabilità che all'epoca il governo fascista condivise con quello della Germania di Hitler. Ciò che è stato è stato? Crediamo che la responsabilità morale non vada mai in prescrizione, e di fronte a drammi come quello che sta vivendo il paese ellenico, dovrebbe essere fatto di tutto per mostrare dignità e senso di responsabilità, anche in considerazione di un passato che comunque nessuno potrà mai cancellare.





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Tagli alla Difesa? Il gioco delle tre carte continua! (Con De Paola che scomoda persino Gramsci!!)

tagli a difesaIl governo offre al paese un "contentino" per quanto riguarda le spese militari. Notizia ormai diffusa è quella di un ridimensionamento delle spese preventivate per l'acquisto di 131 aerei F35 che viene fissato invece a 90. Tutto ciò che porti risparmio è sicuramente ben visto da tutti, e Monti, da buon "tecnico politicizzato", ha capito quanto conta l'immagine e la comunicazione, offrendo lo zuccherino agli italiani. Quello che rimane nel dubbio è "l'irrinunciabilità" del ricorso a tecnologie belliche quanto sofisticate. Con i capitali impegnati nell'acquisto di materiale bellico potremo sviluppare settori VITALI, necessari per un cambio di passo qualitativo della Nostra società. Il mondo della ricerca, non solo scientifica, potrebbe essere messo in condizioni di offrire maggiori e più utili risposte al posto di un F35!! La cultura della Pace non è ancora entrata nel Nostro sentire comune. Non ci aspettavamo certamente miracoli da un Generale, un Militare chiamato a ricoprire un ruolo politico nell'Esecutivo di Monti; come avrebbe potuto dimostrarsi soggetto neutro?!   Il conflitto d'interessi, anche se di natura diversa da quello generalmente inteso, era e resta evidente.  La Gente vuole pace e serenità, e questo non è il percorso che porta a quel traguardo. Le domande potrebbero levarsi numerose. Restiamo senza difesa?  Rinunciamo alle armi? Bene, vediamo di dare una risposta sensata. Perché i vari stati e paesi non decidono di puntare alla ricostruzione (dalle fondamenta) di un Organo imparziale e supremo che vigili sulla pace nel Mondo?  L'Onu è stato e continua ad essere troppe volte ostaggio di logiche politiche legate alle varie potenze, o superpotenze come vogliamo chiamarle, e questo lo rende solo parzialmente "efficiente". Spendere molte altre parole non servirebbe a dare maggior senso rispetto a questo breve inciso. La difesa italiana non ha ragione di esistere se non fosse inquadrata (e così oggi è..!) in un piano più generale di alleanze militari.

Ecco il motivo e la ragione di dover affrontare l'argomento in un contesto più ampio di quello prettamente nazionale. Comprendiamo benissimo quanto il cammino in questa direzione sia difficile e impervio, ma sacrificare miliardi in materiale bellico quando c'è chi non riesce a vivere (dobbiamo ricordare l'ormai cronica mancanza di lavoro, di prospettive, di un welfare che non include ma esclude, ed altro ancora??) ci resta impossibile da accettare!  Il ministro della Difesa parla di una riduzione del corpo militare, che oggi conta su 183mila unità, che prevede una defalcazione di 33mila unità fino a scendere a 150mila. A partire da questo momento?? No, sia mai. Tutto ciò che non riguarda “tagli”, drastici interventi sul mondo del lavoro, dei diritti e dello stato sociale, viene diluito nel tempo. Riduzione del 20%! Perché solo del 20% e non invece un cambiamento vero e proprio che dia il senso di una vera inversione di tendenza culturale del paese? Perché non pensare di cambiare la funzione del "militare" costruendo quella di soggetto attivo, professionista in ambito di protezione e tutela civile, sia per la salvaguardia del Territorio (vediamo quello che sta accadendo con le variazioni climatiche in questi giorni) che dei bisogni della Gente? Ci sfuggono i particolari che giustificano il mantenimento di un assetto militare che da solo sarebbe insufficiente e inutile da mantenere, oltre ovviamente, ai costi esorbitanti che questo comporta. Ancora una volta Monti parla di novità, quando in realtà rimane ancorato ad una visione obsoleta che riconduce tutto ad un sistema di alleanze che in realtà vincolano l'Italia a percorsi assolutamente non autonomi.  Le parole del Premier sono chiare: "Il punto più importante di questo Consiglio dei ministri è stata la riforma del modello di difesa. Voglio sottolineare la grandissima importanza del settore per la vita nazionale e internazionale dell'Italia". Monti cita il ministro della Difesa sottolineando come Di Paola "Ha presentato una riforma del modello di Difesa basata su una profonda analisi sia di tipo strategico, in relazione alle tematiche dello scenario internazionale e alle politiche della sicurezza della Nato e dell'Unione europea, sia basato su considerazioni economiche. Il ministro della Difesa si è reso interprete della necessità di grande attenzione alla spesa e agli equilibri economico-finanziari che caratterizzano l'Italia e non solo l'Italia in questa fase storica". E' forse questo l'esito dell'incontro avuto con Obama?? La brutalità con cui si offre la spiegazione di questa "manovrina" è allucinante. Si parla di sviluppo di attività lavorative attraverso la produzione di armi, e non ci vuole molto a capire che l'industria bellica avrà uno sviluppo non sottovalutatile. 
La ricostruzione del percorso governativo è stata ripresa con estrema precisione dalla Rete Italiana per il Disarmo che, attraverso le parole del suo coordinatore Francesco Vignarca, spiega con dovizia di particolari quello che è il vero significato delle decisioni prese dal CDM: "I soldi ricavati (ma non da subito) con il taglio di una parte del personale andranno invece solamente a coprire le maggiori spese previste per l'esercizio (formazione e manutenzione) ed investimento (sistemi d'arma). Il riequilibrio tra i costi del personale (attualmente si arriva quasi al 70%) e le altre voci di spesa militare non si configurerà come un dimagrimento dei fondi che lo Stato spende in questo comparto, sempre e stabilmente oltre i 21 miliardi di euro comprendendo anche soldi non inseriti nel bilancio del Ministero della Difesa. Con un vantaggio automatico e forte per l'industria a produzione militare e un assegno in bianco pronto ogni anno per pagare scelte di acquisizione di sistemi d'arma che una volta fatte vincoleranno il nostro Paese per decenni". Impossibile non dargli credito quando lo stesso Di Paola, rivolgendosi alle agenzie di stampa, (mart. 14 febbraio, ndr.) era stato chiaro: "Ci sono investimenti importanti di realtà industriali che si stanno realizzando a Cameri, in provincia di Novara. Più di 20 aziende hanno vinto contratti, ci sono circa 10.000 posti di lavoro potenziali. Questa riforma che è incisiva tocca anche le capacità operative, certe capacità verranno ridotte e punteremo su altre. Un programma complessivo, lo dirò domani in dettaglio al Parlamento".   Il ministro della Difesa dovrebbe inoltre cercare di interpretare meglio le parole di Gramsci che cita in maniera davvero impropria attribuendogli un significato di ben altro tenore da quello originario, senza ricorrere a dichiarazioni davvero sorprendenti: "Come disse una volta Gramsci, per essere cosmopoliti, bisogna prima avere una patria. E allora io dico: per essere più europei nella Difesa domani, bisogna essere più italiani oggi", conclude lo stesso ministro. Oltretutto Di Paola cade in contraddizione richiamandosi ad un'amor di Patria che in realtà viene dirottato su logiche esterne all'Italia e da inquadrare in una logica di alleanze nelle quali siamo in realtà solo subalterni valletti! 

Flavio Lotti,coordinatore della Tavola della Pace, si era già espresso in modo altrettanto chiaro affermando che "Ora tocca al Parlamento ed alle forze politiche di trovare le risposte a queste domande: a che ci serve comperare queste spaventose macchine da guerra? Dove e quando pensiamo di impiegarle? Quanto ci costa comprarle? Quanto ci costa mantenerle? Cosa potremmo fare con gli stessi soldi? E non ci sono solo gli F-35...".
Come sostiene anche il presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli, "Qui non si tratta di essere italiani o europei ma di affrontare una crisi economica drammatica che sta mettendo in ginocchio gli italiani e gli europei: per cui è il momento che l'Italia rinunci a tutti i caccia bombardieri F-35 che rappresentano uno spreco enorme per il nostro paese e un'offesa a tutti i cittadini che il Governo ha chiamato a fare sacrifici enormi".  Lasciamo quindi che il pensiero Gramsciano resti inalterato in chi lo ha sempre sostenuto e soprattutto nel suo significato. Siamo ancora una volta in presenza di un tentativo da parte del governo Monti di "far colpo" sull'opinione pubblica con provvedimenti parziali, insufficienti e inadeguati alla realtà.  L'argomento è vasto e potrebbe incidere in molti settori della vita sociale del Nostro paese. Sicuramente non è un lavoro a cui possono dare una risposta convincente dei "Tecnici". La speranza che la Politica si riprenda dal suo lungo letargo e si riappropri dei suoi strumenti è sempre viva. Il Popolo italiano aspetta, impaziente!




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Goracci arrestato stamane! Ferrero chiarisce la posizione del PRC in merito.

goracci.3Desta sorpresa l'arresto di Orfeo Goracci, ex sindaco di Gubbio e attuale vicepresidente del Consiglio regionale dell'Umbria. Indubbiamente ha colto di sorpresa chi non sapeva delle indagini già in corso verso la fine del 2011, ma non per questo il Partito della Rifondazione Comunista è stato a guardare. E' difficile capire quello che è successo a Gubbio, dove Goracci e altri 8 politici dello stesso partito si trovano oggi a rispondere di accuse piuttosto gravi.

Genova incorona Doria nelle primarie del centrosinistra. Un vento nuovo chiede il rinnovamento.

Doria2La vittoria di Marco Doria nelle primarie del centrosinistra a Genova attira ovviamente gli sguardi del mondo politico e non. Siamo di fronte ad un dato sicuramente significativo e forse sarebbe meglio capire il motivo di quella che viene sbandierata come una vera novità. Il Docente universitario vicino a Don Gallo, non è un politico di professione (pur avendo un passato nel PCI e tre anni di esperienza come consigliere comunale) ma nessuno può negare che interpreterà il ruolo del politico e, come Pisapia a Milano, ha una targa ben precisa che gli è stata assegnata dal partito di Vendola. Non è un politico ma è l'uomo indicato e presentato dai Vendoliani, non prendiamoci in giro... Stiamo forse giocando con le parole? In realtà c'è molta politica dietro questo risultato (ed anche se la cosa non ci dispiace assolutamente, crediamo sia opportuno che almeno le cose vengano chiamate con il loro nome!). La riprova ci viene dalla presenza su tutti gli organi di stampa dello stesso Vendola. Sappiamo bene quanto sia bravo a comunicare il buon Nichi, ma cerchiamo di vedere quello che vuole trasmettere all'esterno e con quali finalità. Consegniamo alla cronaca e diamo per acquisita la vittoria con il netto margine del 46% di Marco Doria, proiettando il suo risultato oltre queste primarie. Il primo dato ineludibile è ovviamente quello di una secca sconfitta del PD, e su questo non ci possono essere dubbi. Forse sarebbe meglio dire che, nell'ambito del centrosinistra, è stato scelto il candidato che rappresenta maggiormente la sinistra portatrice dei propri valori. Quindi il dato sostanziale è rappresentato da una voglia di maggiore incisività e presenza di una sinistra non si dimostri subalterna al centro. Le cose sembrano assumere contorni maggiormente individuabili quando leggiamo le dichiarazioni del Presidente della Puglia e della stessa SEL. Il buon Vendola continua nella sua ostinata intenzione di restare in equilibrio tra la critica propositiva (ma pur sempre in contrapposizione ad un certo modo di fare politica!) e la volontà di mantenere un rapporto privilegiato con il fido alleato Democratico al fine di tenere unito il centrosinistra. Nelle dichiarazioni affidate alle agenzie di stampa, lo stesso Vendola parla della necessità di "Partire dall'idea di buongoverno propugnata da Doria, dal suo pensiero lungo sul modello sociale e urbano, dalla fine dell'espansione del cemento e dalla cura delle ferite che si sono aperte negli anni. Mi piacerebbe definirla una profezia civica. La gente guarda a chi vuol cimentarsi con i suoi problemi e le sue angosce, con chi è pronto a tutelare i diritti e non si ferma davanti agli "altrimenti": altrimenti Bruxelles, altrimenti le Borse, altrimenti gli industriali. E Basta!". Potrà sembrare strano ma c'è comunque qualcosa che non torna tra queste affermazioni ed il suo atteggiamento verso il PD. Non viviamo sulla Luna, e sappiamo, così come lo sa Vendola, che Monti non è piovuto dal cielo ma bensì spinto dallo stesso PD attraverso la sottile politica attuata dal Presidente della Repubblica! Conosciamo la posizione dello Stesso partito sulle questioni sociali e del lavoro. Come può pensare di tenere unito un centrosinistra che di fatto è diviso su questioni esiziali come quelle sopra citate?? Se Genova ha scelto la sinistra non è un caso! Siamo di fronte alla sesta Città d'Italia e non si può pensare di continuare a coltivare sogni tenendo i piedi su più posizioni. Se, come afferma Vendola stesso, non ambisce alla conquista dei consensi targati PD, è anche vero che non può non spingere verso una direzione che sia di rottura con una politica dal passato ambiguo che porta il partito di Bersani sempre di più verso il centro conservatore! Non siamo visionari, tanto che ci confortano le parole del sindaco di Napoli Gianni De Magistris che, commentando la vittoria di Marco Doria, sottolinea come il PD "Ora deve decidere cosa fare. Noi abbiamo già deciso come andare alle amministrative e alle politiche. Il Partito democratico vive un momento difficile perché sostiene il governo Monti con Berlusconi e Alfano, e al suo interno c'è un dibattito forte perché arrivare in questo modo alla soglia delle politiche del 2013 e allearsi con il vero centrosinistra rimanendo dentro con il Pdl è complicato". E' chiaro che la vittoria del Docente genovese in queste primarie è un segnale importante che apre scenari incoraggianti per tutta la sinistra. Ovviamente scontato l'apprezzamento venuto anche dal segretario del PRC Paolo Ferrero, il quale, dopo essersi complimentato con lo stesso Doria, non esita a sottolineare come "Adesso si tratti di superare ogni polemica e di cominciare a lavorare per vincere le elezioni e dar corso a quella richiesta di cambiamento che ieri la città di Genova ha espresso in modo così forte".  La strada del buonsenso è sicuramente lunga e continuare a trincerarsi dietro barriere e steccati non giova a nessuno, tanto meno alla sinistra che guarda al futuro. Siamo in questo d'accordo con Vendola quando afferma che occorre "Dare vita ad una gara delle idee e non dei pregiudizi. Ponendo al centro dell'attenzione il lavoro e portando la sinistra a cercare un compromesso con i moderati , non suicidandosi ma facendo valere le proprie ragioni". Sempre che i pregiudizi vengano veramente spazzati via senza distinzioni di sorta. 




Obama canta le lodi all'Amico italiano. Gloria effimera quella di “super Mario”?

Monti e ObamaLa musica non è cambiata. La propaganda è ancora lo strumento attraverso il quale si cerca di fare il lavaggio del cervello alle Persone. La dimostrazione ci viene dalle "stupefacenti" esternazioni di Barack Obama sul Nostro Premier. C'è da dire che si tratta di parole pronunciate da un Presidente debole, qual è appunto Obama.

Berlusconi cerca l'intesa con gli odiati comunisti. “Inciucio” parte seconda, prossimamente su questi schermi?

berlusconi e pd-458x280Inciucio parte seconda? Il futuro dei due principali partiti italiani degli ultimi anni, è andato da tempo facendosi alquanto incerto. Abbiamo già avuto modo di parlare della frammentazione in atto nel panorama politico nostrano, così pure dei possibili scenari che si potrebbero prefigurare in prossimità delle prossime elezioni. Sembra la situazione ottimale per il centro di Pierferdinando Casini. Non è un caso che sia come la Cuccarini, una sorta di "più amato" e cercato dai politici italiani!

“Bamboccioni” parte seconda? In realtà nel mirino di Monti c'è l'Articolo18

precariato-lavoroIl Professore questa volta ha mostrato il suo vero volto. Restio a suo tempo quando dichiarò la sua poca voglia di "socializzare" attraverso i mezzi televisivi, non ha retto al fascino furbesco della logica comunicativa.
Che l'art. 18 sia ormai la linea del Piave è cosa risaputa, e che tutto passi da una vera discussione sulle tematiche del lavoro ci sembra scontato. Ma in questo caso, il Premier, che in realtà è un politico che si spaccia per "tecnico", ha ben compreso quanto sia importante preparare sempre e comunque il terreno che si vuol dissodare. La cornice lo sta facilitando, tanto che persino l'uomo della strada, disgustato da ciò che accade ancora oggi nei partiti politici, è arrivato a vederlo come "la Persona seria che si spende per far pulizia degli errori fatti dagli stessi partiti". In questo varco si insinua abilmente la scure del "teutonico" ex Rettore della Bocconi. Sembra che con il passare del tempo aumenti la sua sicurezza. Il volto del potere, perché di questo si tratta, si abbatte sulle speranze di molti, giovani ma anche meno giovani. Difficile non trasformare un articolo di stampa in una lettera aperta, anche se la voglia sarebbe tanta. Queste le precise parole pronunciate dallo stesso Premier: "I giovani devono abituarsi al fatto che non avranno un posto fisso per tutta la vita. Tra l'altro, che monotonia il posto fisso. È meglio cambiare ma bisogna accettare le sfide".
Vediamo con calma di aprire una sorta di dialogo immaginario con lo stesso Professore. Intanto registriamo l'assenza dal suo vocabolario del termine "analisi sociale", visto che si parla molto di giovani (per il motivo ben preciso che a Loro si può "promettere il mondo" contando sul tempo che poi puntualmente modifica ogni cosa) escludendoli da un contesto sociale che è ben più ampio, che soprattutto prevede un cospicuo aumento di anziani e di soggetti meno giovani a cui dovrà essere data una valida "risposta". Probabilmente si tratta di una svista quella di non "vedere" più la presenza di tutti quei soggetti che sono ancora attivi a livello lavorativo malgrado non siano più catalogabili come giovani, con famiglia o meno, disoccupati, inoccupati e ovviamente socialmente non garantiti. Che tipo di risposta darebbe ad uno di questi "soggetti" il Nostro serafico Presidente? Quella di trovarsi un lavoro diverso, visto che per mille ed un motivo il vecchio non ce l'hanno più? Qualcuno ha forse rubato dal vocabolario il termine PERSONA. La prassi è la solita. Dividere, scomporre per far fuori intere generazioni o addirittura per metterle l'una contro l'altra. Il precariato è la forma più vigliacca di gestire un lavoratore, a qualsiasi età! Lo si tiene sulla corda, gli viene impedito l'accesso al credito, alla vita di società, alle aspirazioni e magari anche a qualche piccolo ma sacrosanto sogno. Ma ragioniamo per assurdo (sottolineo ASSURDO!). Proviamo per un attimo a dar ragione a Monti. Il Professore ha forse parlato o proposto di investire risorse in percorsi di FORMAZIONE CONTINUA che possano ovviare alla MONOTONIA del posto fisso? E' stato disegnato un quadro di accompagnamento per il lavoratore che ha perso il lavoro o per lo stesso precario che viene sbattuto da un posto all'altro e per il tempo che serve? Si lascia che sia compito della sola fantasia individuale quella di riciclarsi cambiando posto di lavoro?? La risposta al momento ci sembra sia NEGATIVA. Ed allora, ma di che cosa parla il Professor Mario Monti?! Crede forse che tutti possano vantare i suoi innumerevoli privilegi? Questo per rispondere sul piano tecnico. Mentre sul piano sociale ci chiediamo come sia possibile ignorare il vissuto delle Persone. Crede forse che Queste vivano per lavorare o magari lavorino per vivere?? Sta decollando nuovamente un bieco individualismo che isola la Persona intesa come figura sociale, da un ambito ben più complesso, che prevede la Famiglia, la casa, (il problema abitativo..Professore..il problema abitativo esiste!!) il raggiungimento di uno status di serenità necessario per vivere in maniera decorosa e molto altro ancora. Già, come fare a porre queste problematiche ad uno dei massimi appartenenti all'establishment finanziario europeo, se non mondiale?! Si scenda nel concreto e non si faccia demagogia partendo da punti di forza arroganti e inaccettabili. Esiste la possibilità di passare da un lavoro ad un altro? NO. Quali sarebbero le eventuali condizioni per mettersi in gioco?? Ne conosciamo poche, ma da queste sicuramente non si possono escludere la Scuola e l'ambito formativo a livello continuato. Finché mancano queste condizioni si consiglia al Professor Monti di pesare bene le parole che impattano contro una realtà drammatica, e non incoraggia la ripresa di una coesione sociale che ormai è solo un ricordo! Libertà di scelta, aspirazioni, attitudini, sogni, sono per il Presidente del Consiglio ormai solo un lusso. Mancando una valida e vera alternativa politica, viene a mancare anche il contraddittorio che vorrebbe, a giusta ragione, che questi termini fossero irrinunciabili, e se qualora dovesse esserci un motivo più che valido e condiviso per accantonarli, che almeno vengano forniti gli strumenti adatti per ovviare!
Ormai è chiaro che l'italiano è per Monti solo un contribuente, come si usa dire da sempre in America. Siamo di fronte all'ennesimo tentativo di distruggere la dignità umana, la Persona e il suo vero significato. E' un sistema che sta crollando sotto l'opera demolitrice di politiche sociali ed economiche che risalgono addirittura al dopoguerra. Raschiando il barile siamo arrivati a vederne il fondo. Adesso vorremo rimediare chiedendo ai Cittadini di "ricapitalizzare" lo stesso "barile", in modo che i soliti noti possano attingerci a piene mani.
La frase di Monti non ha suscitato reazioni solo per il "tono" con il quale è stata offerta agli italiani, ma bensì per quello che nasconde. Il vero obiettivo è la distruzione dell'articolo 18. Nelle intenzioni della Signora Fornero infatti c'è quella di porre fine al diritto dei lavoratori di non essere licenziati senza una giusta motivazione. Questo si pensa favorisca la rinascita dell'occupazione e la fine del precariato? Aspettiamo risposte e magari consigliamo, se ci è concesso, di pensare a regolamentare l'accesso al mondo del lavoro, prima di metter nuovamente le mani su faticose conquiste che ad oggi hanno fatto in modo che la tragedia non fosse totale.