Il primo round delle Presidenziali francesi è dunque andato a Francois Hollande. L'appuntamento Francese non è un evento qualsiasi e potrebbe davvero cambiare il corso di un lungo periodo storico che attraversa l'Europa da anni, segnato da una profonda crisi sistemica oltre che finanziaria. Negli editoriali comparsi questa mattina (23 aprile, ndr.) si usano termini intrisi di stupore per la battuta d'arresto del Presidente uscente Sarkozy.
Lacrime padane. Roma, accogliente per anni, ritorna ad essere “ladrona”!
La preoccupazione più grande è rivolta a quel distacco che il Cittadino amplierà di fronte all'ennesimo esempio di "mala politica". In una democrazia il garantismo è d'obbligo, ma ovviamente le premesse non sono incoraggianti nei confronti del "capo" delle truppe politiche padane. Esiste un limite anche all'irruenza e all'arroganza, e Bossi, il Senatur, sta forse superando anche questo. Per anni ha condiviso, accettato, e sostenuto, anche se sarebbe interessante conoscerne i particolari, una politica governativa che ha devastato l'Italia. O forse sarebbe meglio dire senza incertezze che senza il suo sostegno lo scempio politico portato avanti dal Cavaliere non sarebbe avvenuto. Oggi in risposta alle accuse che gli sono state rivolte, lo stesso Senatur grida ancora Roma ladrona! Come si può definire un simile atteggiamento? Fino al momento in cui era al governo non diceva che Roma era “ladrona”, ma anzi, ci andava volentieri permettendosi di mostrarsi sprezzante nei confronti di tutti coloro che non erano allineati al (suo) potere.
Fa sorridere il pianto di un uomo che ha le stesse colpe di quel Berlusconi che ha tenuto politicamente in vita fino all'ultimo secondo, e per anni! Oggi piangere è diventata una moda. Ma gli italiani, saccheggiati, impoveriti, offesi e privati di molte opportunità, cosa dovrebbero fare? Le agenzie ci raccontano dell'emozione di una "platea" che non ha retto alle lacrime del "capo". Il capo?? Non ci deve interessare oggi quelli che sono fatti da provare. Lo abbiamo scritto più volte che la colpa deve essere accertata e provata. Ma non passiamo sopra ad un atteggiamento che ha dell'incredibile. Non ci interessa se lo stesso "capo" ha probabilmente preso in giro i suoi stessi "soldati", quanto ciò che quest'uomo ha fatto politicamente contraddicendo quei principi che demagogicamente andava sbandierando. Ed oggi abbiamo la riprova che si trattava di pura e semplice demagogia, rozza e pericolosa! Proviamo poca comprensione verso chi è stato complice di un malgoverno durato per anni. Tra le sue fila sono state partorite idee tramutate in leggi barbare, assurde, tanto da venir definite dai suoi stessi collaboratori (Calderoli se ci sei batti un colpo!) addirittura con termini quali "porcate".
Bene, è giunta quindi l'ora in cui anche il "capo" debba pensare a diventare adulto. Le lacrime siano messe da parte e sia fatta chiarezza su qualcosa che forse potrebbe portarci a capire meglio i meccanismi attraverso i quali, il Popolo italiano, (e non uno sedicente spicchio di Territorio neo ribattezzato), ha potuto subire di tutto e di più.
Fornero continua imperterrita l'avanzata. Sale la preoccupazione di chi vuol difendere i diritti acquisiti
Mentre dall'Estero anche la stampa, vedi Financial Times, non manca di alimentare il fuoco sotto la cenere, la ministro Elsa Fornero continua la sua marcia forzata e ostinata sulla via della riforma del lavoro. Assicura attraverso le agenzie di stampa che dovrebbe essere già pronta per domani. Ma intanto prosegue una vera e propria propaganda sull'argomento (segno di debolezza nei contenuti espressi) che già da febbraio scorso era arrivata a dipingere questa riforma come il toccasana persino per offrire più vantaggi alle donne. Ci chiediamo dove, in che modo, e attraverso quali provvedimenti possa avvenire questo. Sicuramente non attraverso l'abolizione dell'Art.18 che semmai indebolisce maggiormente il ruolo delle stesse donne nell'ambito del lavoro. Forse la Sig.ra Fornero non ha ben compreso (o non vuol comprendere) quali siano i risultati della precarietà e su quali "figure" sociali si è abbattuta maggiormente questa crisi. Sale ancora, alla "borsa del dubbio", l'incertezza e lo scetticismo dello stesso Bersani. Il segretario del Partito Democratico non stacca la mano dal freno a mano: "“In questi giorni ho cercato di lanciare messaggi di ragionevolezza, ma per ora non c'è nessuna concreta novità sulla riforma del mercato del lavoro e in particolare sull'articolo 18”. Lo stesso Bersani aveva proposto misure alternative con il chiaro scopo di "tamponare le falle" contenute nella Riforma proprio sul capitolo del trattamento di fine rapporto. In pratica la vecchia frase "niente di nuovo sul fronte... della Riforma", è ancora in vigore. A quanto sembra le intenzioni del governo, Fornero e Monti in testa, sono le stesse. Susanna Camusso, segretaria della Cgil, rilancia ovviamente la sua linea in contrapposizione con quella del progetto governativo. Si continua a parlare di scioperi e di proteste diffuse. Più ottimista sembra essere Enrico Letta, vicesegretario dello stesso PD. Il buon Letta sogna ancora la possibilità di correggere alcuni punti del testo che verrà presentato in Parlamento. In realtà non si tratta di "roba di poco conto" né di punti sporadici, quanto semmai di una concezione conservatrice che aprirebbe le porte a una deregolamentazione del mondo del lavoro che priverebbe gli stessi lavoratori dei diritti fondamentali finora acquisiti. L'esempio più eclatante viene dall'episodio della "controversia" Marchionne. Tre sindacalisti licenziati e poi riassunti dopo la decisione del Tribunale. Ma in che modo? Il Sig. Marchionne si è permesso di imporre a questi lavoratori l'ottenimento del loro solito stipendio a patto che non mettessero più piede in Fabbrica! Immaginiamo dunque se l'Art. 18 fosse stato abolito, quale potrebbe essere il destino di queste Persone?! Eppure lo stesso Premier, ben coadiuvato dal presidente della Repubblica Napolitano, ha sempre minimizzato sulla questione dei licenziamenti facili, promettendo una vigilanza attenta ed escludendo episodi come quello citato. Come possiamo vedere la credibilità viene rapidamente a mancare. Contemporaneamente le crepe non tardano a far capolino neppure in Parlamento. Lo stesso Cazzola, vicepresidente della commissione Lavoro della Camera, forse non proprio attento al vero significato delle sue dichiarazioni, ha comunque sollevato alcune ipotesi che fanno riflettere: "Sono pronto a scommettere che una gran parte dei licenziamenti economici si ribalteranno in quelli discriminatori ma i giudici del lavoro saranno bravissimi ad aggirare l'ostacolo". Fiducia a priori sulla funzione dei Giudici quindi, ma anche indicazione della veridicità di un possibile percorso che è facilmente ipotizzabile! L'esponente del PDL continua, e sempre sull'articolo 18 afferma che "Sarà il caso di riesaminare qualche altro aspetto riguardante i licenziamenti disciplinari, dove la scelta del giudice è molto vincolata ma non sarà' difficile trovare una soluzione". L'ottimismo viene invece sostituito dal buonsenso di chi si chiede ancora quali benefici portino questi nuovi paventati provvedimenti in funzione di un miglioramento dell'ingresso nel mondo del lavoro. Non si capisce cosa lega l'articolo 18 allo sviluppo di opportunità nuove in “ingresso”.
Il "panzer" guidato da Lady Fornero continua dunque la sua avanzata senza lasciare intravedere spiragli diversi da quelli finora proposti. Parlare del vissuto delle Persone, sia pure che si tratti di un Ministro, è sempre difficile, ma certamente in molti continuano a chiedersi il perché di tante lacrime sparse, quando poi a queste hanno fatto seguito atteggiamenti intrisi di una decisione ed una determinazione raramente riscontrabili. Sono solo i fatti, come ben si vede, che possono parlare.
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