La grande favole continua a venir venduta agli italiani. E' difficile scrivere di politica quando questa è assente. Il palcoscenico resta nelle salde mani degli affabulatori. Qualcuno, nella Compagine governativa, crede forse di essere ancora ai tempi del governo Prodi, quando il lavoro sull'evasione fiscale portò indubbiamente frutti rilevanti che potevano arginare la situazione debitoria (erano i tempi di Ciampi, Visco e Pennacchi, ndr.).
Proteste e disagi in ogni parte d'Italia. Le mani del privato sul patrimonio storico e artistico. Monti, uomo della provvidenza, cosa fa?
La reazione al Berlusconismo ha ormai generato una sorta di miopia verso quella che sta accadendo in Italia, ed è individuabile nella "non reazione" a quanto sta producendo questo governo. Per molti conta ancora quello che possono dire o fare il Cavaliere e i suoi adepti, quando le stesse cose, in forma più "elegante" e per giunta non ostacolata neppure dalle forze politiche che al tempo erano all'opposizione, vengono portate avanti da Monti e Compagnia.
Liberalizzazioni, tra confusione e mancanza di regole. L'alternativa a Monti non decolla e si adegua.
La battaglia sulle liberalizzazioni continua imperterrita. Esiste un punto di domanda ed è questo: è vero che alcuni di questi provvedimenti servono a mettere un freno alle corporazioni che tanto danno hanno fatto nel tempo al paese, ma non possiamo andare da un estremo all'altro! Così come credo sia inutile dividersi tra paladini pro o contro questo piano "liberalizzatore"; specialmente quando c'è la possibilità di trovare un percorso che abbia un obiettivo comune che passi ovviamente da un modello di sviluppo assai diverso da quello che ha in mente il presidente del Consiglio Monti.
Dov'è lo “Stato garante” che tutela i percorsi anche in seno alla stessa "riforma" degli strumenti economici? A quale modello di sviluppo si intende guardare? C'è stata o esiste una discussione tra Governo e Forze politiche che hanno il dovere e l'obbligo di rappresentare la volontà dei Cittadini elettori? Non sembra proprio! Diciamo che risultano comunque maggiori gli aspetti negativi rispetto a quelli positivi, e che i negativi sono rappresentati dal fatto che è stata operata una scelta che salvaguarda solo una parte rispetto ad un'altra più consistente. Vogliamo quindi far passare come “eroe” il Professore, ex Rettore della Bocconi, solo per il fatto di non chiamarsi Silvio Berlusconi? Riprendiamo in mano la situazione e non facciamo paragoni né similitudini. Stiamo parlando di due personaggi che, ciascuno a suo modo, hanno portato e portano forti elementi di contraddizione e di negatività al paese stesso! Credo sia importante non cadere nell'assurdo paragone sopra citato. "B." era solo un pedina in confronto a questo politico camuffato da tecnico, e per di più alto rappresentante (anche se Lui stesso si difende contrattaccando e gridando di non esserlo) della grossa finanza mondiale. Inutile raccontare balle, ed altrettanto non credibile la sua assurda difesa. Conosciamo pure il ruolo di Monti a livello europeo che lo colloca come Responsabile Continentale di uno dei tre gruppi finanziari più forti del mondo; ed in carica per tutto l'anno 2012!. Ma ritorniamo a noi... La "lenzuolata" di liberalizzazioni avviene in una Italia senza regole. Il Premier ha presente questo? Regole che la stessa politica organizzata ha lasciato in balia di se stesse per non rischiare l'insuccesso alle prossime elezioni. Sarà meglio quindi che venga data un'occhiata a quello che sta accadendo tra i "fuggiaschi" che una volta rappresentavano la volontà dei Cittadini italiani. L'unico che sembra avere ancora barlumi di lucidità pare essere tal Nichi Vendola, governatore della Puglia e Presidente di SEL. Il buon Nichi ha rialzato la testa in occasione dell'Assemblea Nazionale del suo partito, tenutasi a Roma nei giorni scorsi. Le direttrici chiamate in causa dal presidente Vendola sono indubbiamente un elemento condivisibile e alternativo a quello che sta esprimendo il governo Monti; tuttavia restano molte perplessità. Vendola parla di "giustizia sociale", di beni comuni, e della costruzione di una sinistra di governo. I titoli dei giornali echeggiano delle sue strali verso un governo che non condivide. “Scarica il Premier” dice rivolto a Bersani; “acceleriamo la costruzione dell'alternativa a Monti”, ed altro ancora. Si può essere o non essere d'accordo sugli strumenti che in pratica rimarrebbero pur sempre gli stessi adoperati in questi ultimi anni dalle forze socialdemocratiche, e che a quanto si è visto, non hanno portato un contributo vincente contro il liberismo selvaggio delle destre al servizio del capitale; ma resta il fatto che la differenza (in positivo) è ancora molta, ed è certamente più attenta all'equilibrio sociale e ai bisogni del Cittadino. Lunga vita ai propositi Vendoliani quindi, ma non possiamo tacere su punti critici rappresentati dal solito tentennamento e dalla solita "benevolenza" verso un PD che dimostra giorno dopo giorno il suo appiattimento sull'operato del Professore dalla tripla targa (Goldman Sachs, Trilateral e Gruppo Bildemberg). Anzi, forse lo stesso PD è stato tra i maggiori sponsor dell'attuale Premier! La domanda è d'obbligo: che cosa si aspetta dunque il buon Vendola da Bersani e soci? Chiede di "scardinare il potere del capitalismo finanziario" ad un partito che plaude alle liberalizzazioni; a quello stesso Bersani che è stato tra i primi fautori, nonché propositore delle liberalizzazioni. Lo chiede a chi sta dando sponda al governo affinché sia messo in discussione lo stesso Art. 18! Ossessivamente la domanda si ripete: che cosa si aspetta da questo PD?? E' incredibile assistere ad una dinamica rappresentata da ottime intenzioni che svaniscono di fatto quando lo stesso Vendola afferma che "Non intendiamo rompere il filo rosso dell'alleanza (con il PD) per riaprire una prospettiva di governo al centrosinistra. Lo stesso Governatore della Puglia continua chiedendosi come ha fatto un esponente del PD (D’Alema?) ad affermare che "la nostra primavera è il governo Monti”. Per giunta rispondendosi che è inaccettabile, e che “significa avere un’idea approssimativa delle stagioni". L'eterna contraddizione verso l'ibrido oggetto rappresentato dall'acronimo PD, pure. I buoni propositi si fermano andando a cozzare contro un'incontrovertibile realtà. Vendola chiede e indica una ferma presa di posizione di un partito che ha le idee ormai chiare sul tipo di percorso che vuole intraprendere, o forse sarebbe meglio dire, "che ha già intrapreso"! Si riapre una convergenza con l'altra forza attualmente in "regime di separazione" con il partito di Bersani, l'IDV. Un po' poco di questi tempi! La corsa verso il rafforzamento di quel Centro che tanto ricorda la vecchia "balena bianca" è ormai diventata più di una fantasia. Continua la miope visione di un “vuoto a sinistra” del PD, che non si intende coprire. Il mito costituito dal fatto che vince solo chi guadagna il centro (in tutti i sensi) perdura. E diciamocela tutta, in questa nostra Italia, la presenza e l'influenza dello Stato nello Stato è ancora il sogno più ambito per chi vuole solo vincere e conquistare il potere.
Pubblicato su Dazebao.NEWS.it
Dov'è lo “Stato garante” che tutela i percorsi anche in seno alla stessa "riforma" degli strumenti economici? A quale modello di sviluppo si intende guardare? C'è stata o esiste una discussione tra Governo e Forze politiche che hanno il dovere e l'obbligo di rappresentare la volontà dei Cittadini elettori? Non sembra proprio! Diciamo che risultano comunque maggiori gli aspetti negativi rispetto a quelli positivi, e che i negativi sono rappresentati dal fatto che è stata operata una scelta che salvaguarda solo una parte rispetto ad un'altra più consistente. Vogliamo quindi far passare come “eroe” il Professore, ex Rettore della Bocconi, solo per il fatto di non chiamarsi Silvio Berlusconi? Riprendiamo in mano la situazione e non facciamo paragoni né similitudini. Stiamo parlando di due personaggi che, ciascuno a suo modo, hanno portato e portano forti elementi di contraddizione e di negatività al paese stesso! Credo sia importante non cadere nell'assurdo paragone sopra citato. "B." era solo un pedina in confronto a questo politico camuffato da tecnico, e per di più alto rappresentante (anche se Lui stesso si difende contrattaccando e gridando di non esserlo) della grossa finanza mondiale. Inutile raccontare balle, ed altrettanto non credibile la sua assurda difesa. Conosciamo pure il ruolo di Monti a livello europeo che lo colloca come Responsabile Continentale di uno dei tre gruppi finanziari più forti del mondo; ed in carica per tutto l'anno 2012!. Ma ritorniamo a noi... La "lenzuolata" di liberalizzazioni avviene in una Italia senza regole. Il Premier ha presente questo? Regole che la stessa politica organizzata ha lasciato in balia di se stesse per non rischiare l'insuccesso alle prossime elezioni. Sarà meglio quindi che venga data un'occhiata a quello che sta accadendo tra i "fuggiaschi" che una volta rappresentavano la volontà dei Cittadini italiani. L'unico che sembra avere ancora barlumi di lucidità pare essere tal Nichi Vendola, governatore della Puglia e Presidente di SEL. Il buon Nichi ha rialzato la testa in occasione dell'Assemblea Nazionale del suo partito, tenutasi a Roma nei giorni scorsi. Le direttrici chiamate in causa dal presidente Vendola sono indubbiamente un elemento condivisibile e alternativo a quello che sta esprimendo il governo Monti; tuttavia restano molte perplessità. Vendola parla di "giustizia sociale", di beni comuni, e della costruzione di una sinistra di governo. I titoli dei giornali echeggiano delle sue strali verso un governo che non condivide. “Scarica il Premier” dice rivolto a Bersani; “acceleriamo la costruzione dell'alternativa a Monti”, ed altro ancora. Si può essere o non essere d'accordo sugli strumenti che in pratica rimarrebbero pur sempre gli stessi adoperati in questi ultimi anni dalle forze socialdemocratiche, e che a quanto si è visto, non hanno portato un contributo vincente contro il liberismo selvaggio delle destre al servizio del capitale; ma resta il fatto che la differenza (in positivo) è ancora molta, ed è certamente più attenta all'equilibrio sociale e ai bisogni del Cittadino. Lunga vita ai propositi Vendoliani quindi, ma non possiamo tacere su punti critici rappresentati dal solito tentennamento e dalla solita "benevolenza" verso un PD che dimostra giorno dopo giorno il suo appiattimento sull'operato del Professore dalla tripla targa (Goldman Sachs, Trilateral e Gruppo Bildemberg). Anzi, forse lo stesso PD è stato tra i maggiori sponsor dell'attuale Premier! La domanda è d'obbligo: che cosa si aspetta dunque il buon Vendola da Bersani e soci? Chiede di "scardinare il potere del capitalismo finanziario" ad un partito che plaude alle liberalizzazioni; a quello stesso Bersani che è stato tra i primi fautori, nonché propositore delle liberalizzazioni. Lo chiede a chi sta dando sponda al governo affinché sia messo in discussione lo stesso Art. 18! Ossessivamente la domanda si ripete: che cosa si aspetta da questo PD?? E' incredibile assistere ad una dinamica rappresentata da ottime intenzioni che svaniscono di fatto quando lo stesso Vendola afferma che "Non intendiamo rompere il filo rosso dell'alleanza (con il PD) per riaprire una prospettiva di governo al centrosinistra. Lo stesso Governatore della Puglia continua chiedendosi come ha fatto un esponente del PD (D’Alema?) ad affermare che "la nostra primavera è il governo Monti”. Per giunta rispondendosi che è inaccettabile, e che “significa avere un’idea approssimativa delle stagioni". L'eterna contraddizione verso l'ibrido oggetto rappresentato dall'acronimo PD, pure. I buoni propositi si fermano andando a cozzare contro un'incontrovertibile realtà. Vendola chiede e indica una ferma presa di posizione di un partito che ha le idee ormai chiare sul tipo di percorso che vuole intraprendere, o forse sarebbe meglio dire, "che ha già intrapreso"! Si riapre una convergenza con l'altra forza attualmente in "regime di separazione" con il partito di Bersani, l'IDV. Un po' poco di questi tempi! La corsa verso il rafforzamento di quel Centro che tanto ricorda la vecchia "balena bianca" è ormai diventata più di una fantasia. Continua la miope visione di un “vuoto a sinistra” del PD, che non si intende coprire. Il mito costituito dal fatto che vince solo chi guadagna il centro (in tutti i sensi) perdura. E diciamocela tutta, in questa nostra Italia, la presenza e l'influenza dello Stato nello Stato è ancora il sogno più ambito per chi vuole solo vincere e conquistare il potere.
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Nave Costa. Vertice in Prefettura a Livorno: siamo in stato di emergenza
I tragici episodi avvenuti nel mare prospiciente la Toscana sono stati al centro del vertice che si è tenuto questo pomeriggio presso la Prefettura di Livorno. E' lo stesso ministro dell'Ambiente Corrado Clini, intervenuto all'incontro livornese, a riferire alla stampa l'esito dello stesso. Ovviamente scarse le novità di rilievo, ma non certo da minimizzare la determinazione del governo nel dichiarare lo stato di emergenza, accompagnato dall'immediato monitoraggio della situazione affidato principalmente al Prefetto Gabrielli, capo della Protezione civile. Ad oggi permane tuttavia una condizione di estrema incertezza, sia per quanto riguarda la situazione della nave Costa Concordia, quanto per quella del cargo Venezia della Grimaldi Lines.
Al momento quella che ovviamente desta maggiore preoccupazione è quella della Costa Concordia. Il Ministro Clini è stato realisticamente chiaro, non facendo mistero della possibilità, non certo remota, che si possa anche andare incontro ad un vero e proprio disastro ambientale dopo il drammatico episodio dell'affondamento della Costa Concordia in prossimità dell'Isola del Giglio. Oltre alla già drammatica situazione che ci consegna poche speranze di riuscire a salvare altre vite umane tra i passeggeri, c'è infatti quella di una possibile fuoriuscita di combustibile dai serbatoi. Sono realtà purtroppo già note anche alla cronaca. Un panorama di fronte al quale il governo ha deciso di dichiarare lo stato di emergenza nazionale, assicurando che ogni azione verrà concertata e monitorizzata da una task force appositamente indicata che lavorerà di concerto con Regione Toscana e le autorità competenti.
Nelle parole del ministro Clini sono evidenti i segni di perentorietà nell'annunciare l'ulteriore monito consegnato alla società armatrice del cargo Venezia, la Grimaldi, affinché si adoperi, entro le prossime 48 ore, per presentare un progetto di recupero di quello stesso materiale altamente tossico che giace nei bidoni "dispersi" (?) nei fondali marini al largo delle coste Livornesi dal cargo Venezia in quel disgraziato 17 dicembre dello scorso anno. Il governatore della Regione Toscana Enrico Rossi, presente al vertice, intervenuto dopo le conferenza stampa del ministro Clini, ha ulteriormente sottolineato la volontà dell'Amministrazione Regionale della Toscana di affiancare il governo in questa non facile situazione. Lo stesso Rossi ha tenuto a sottolineare la "pressione" che la Regione ha esercitato nei confronti del governo affinché questi drammatici episodi fossero contestualizzati in un quadro nazionale con l'impiego di "soggetti di provata esperienza e competenza" in modo da poter arrivare nel breve volgere del tempo ad un ridimensionamento massimo del danno avvenuto. Indubbiamente la priorità del momento richiama a sé la massima attenzione per una rapida e, per quanto sarà possibile, meno "dolorosa" soluzione delle due vicende che stanno affliggendo l'intera Toscana, ma restano dubbi e incertezze verso le quali sarà difficile nel proseguo del tempo non volgere l'attenzione. Oltre alle responsabilità degli soggetti implicati direttamente nei fatti, c'è quello strano silenzio che per giorni ha impedito ai Cittadini livornesi di conoscere la realtà di avvenimenti che li riguardavano direttamente. Una mancata informazione è un dato di fatto inquietante al quale devono essere date risposte. Questa volta credibili!
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Bocciati i referendum elettorali. Clima di incertezza e indifferenza. Di Pietro alza la voce
La Consulta ha detto no. I referendum elettorali sono stati bocciati ed i quesiti ritenuti inammissibili. Rabbia e delusione nei comitati promotori, con Di Pietro che non riesce a nascondere il suo risentimento. Il bersaglio diventa soprattutto il presidente Napolitano, individuato come simbolo di un sistema politico che secondo Di Pietro beneficerebbe di questa decisione.
Liberismo o statalismo? La “via di mezzo” secondo Monti…
Nessuna voglia ne ambizione di sostituirsi ai "maghi" della finanza e dell'economia, ma la situazione italiana non ci convince e ci spaventa. Parliamo soprattutto di quella cornice che non è avulsa da un quadro complessivo dentro al quale il mondo del lavoro dovrebbe recitare una parte determinante. Monti ha perentoriamente sottolineato che le questioni inerenti l'economia sono solo ed esclusivamente appannaggio del suo Esecutivo. Parlerà e dialogherà con i sindacati solo su temi specifici.
Sostanze altamente tossiche disperse in mare: Livorno all'oscuro dell'accaduto per giorni
Italia paese dei misteri o dell'indifferenza? Cresce l'allarme (e la rabbia) per il pericolo ambientale che pende come una spada di Damocle al largo delle coste Livornesi dopo la perdita in mare di decine di bidoni contenenti ossidi di cobalto e molibdeno. L'episodio è ormai (purtroppo!) datato. La cronaca ci consegna la dinamica dell'accaduto fissandolo al 17 dicembre dello scorso anno. Il cargo "Venezia", ro-ro appartenente alla compagnia Grimaldi Lines, "perde" in mare 198 fusti metallici di questo materiale altamente tossico. Posizione stimata, 35 miglia al largo della costa di Livorno, più precisamente a nord dell'Isola di Gorgona. La pericolosità di queste sostanze va ben oltre il danno all'ambiente, visto che potrebbe raggiungere l'uomo provocando danni alla salute con conseguenze estreme. Purtroppo non si può parlare dell'episodio soltanto in chiave descrittiva o sotto forma di cronaca, e lo dimostra la miriade di dubbi e di interrogativi che sono stati sollevati, a giusta ragione, da molte parti. La Città non è stata resa partecipe dell'accaduto per giorni, e questo è già il primo fatto inquietante. A sollevare il problema sono state proprio alcune forze politiche che sono riuscite, prima attraverso la stampa locale, e poi con interpellanze a livello amministrativo, a far emergere la delicatissima questione. Per dovere di cronaca non possiamo sorvolare sul fatto che l'area geografica è già stata oggetto in passato di episodi ambigui come quello avvenuto nel 1999 che ancora oggi non ha ricevuto la dovuta spiegazione. Ma torniamo al presente. La scheda tecnica e tossicologica del prodotto è chiara, ed oltre a giustificare il grado di allarme, legittima la presenza dei dubbi riguardo ad un episodio che non può essere liquidato con superficialità. Nel capitolo "manipolazione e stoccaggio" si leggono normative severe, di quelle riservate ai materiali annoverati tra quelli maggiormente tossici. Ci chiediamo se durante la giornata del 17 dicembre la navigazione fosse consigliata per un cargo che trasportava un tipo di materiale del genere! Quali provvedimenti erano stati adottati da parte del Comandante del cargo affinché non accadesse una cosa del genere? Per finire con l'inquietante interrogativo: "..e se la nave fosse stata troppo pesante per quel "tipo di mare"?
Ahimè, gli interrogativi non si esauriscono qui. La stessa Amministrazione comunale, attraverso il sindaco Alessandro Cosimi, ha mostrato preoccupazione accompagnata alla volontà di fare chiarezza sull'accaduto, non senza puntare l'indice sul fatto che la Stessa Amministrazione è stata informata dei fatti soltanto attraverso una nota dell'Asl giunta il giorno 29 dicembre, ben 12 giorni dopo quel famigerato giorno di "tempesta tossica"!
Una Città al buio, dunque; all'oscuro dei fatti, che però in qualche modo sono arrivati sul banco di alcuni Consiglieri comunali che prontamente hanno sollevato il problema. Ad oggi si registrano interpellanze depositate presso il Comune di Livorno (Lamberto Giannini, Sel, e Tiziana Bartimmo, PrC) che presumibilmente verranno discusse nel primo Consiglio comunale utile. La stessa cosa è avvenuta per il Consiglio Provinciale e per quello Regionale, dove Silvio Lami e Monica Sgherri, rispettivamente capigruppo di Provincia e Regione per FdS-Rifondazione Comunista, hanno messo nero su bianco le dovute istanze per l'apertura di una discussione che porti in tempi brevi ad un chiarimento dell'accaduto.
Perché al tavolo tecnico riunitosi negli Uffici della Prefettura di Livorno il 30 dicembre, non è stata chiamata a partecipare la stessa Amministrazione comunale? Per non parlare della Grimaldi, società armatrice del cargo Venezia, che si è decisa a ricorrere ad una ditta specializzata nel recupero di materiali tossici sui fondali marini, soltanto dopo 20 giorni dall'accaduto! Reticenza, paura, distrazione?? Come possiamo chiamare questa sequenza di episodi? Che valenza può venir data a comportamenti che lasciano intravedere incuria e superficialità verso una Città che aveva il diritto di sapere cosa era accaduto? La vicenda è ormai di dominio pubblico e ripresa dai maggiori giornali del paese, e proprio attraverso la lettura di questi si viene a conoscenza di strane dinamiche denunciate dagli stessi pescatori della Zona. Il tratto di mare al largo della città Labronica sembra essere "popolato" da una sorta di "oggetti non ben identificati", spesso rintracciabili, a detta di questi pescatori, attraverso le reti da pesca con le quali si guadagnano da vivere. Si parla di bidoni contenenti materiali "sconosciuti" ed altro... Non ci eravamo sbagliati quando in apertura abbiamo fatto riferimento alle tante, troppe domande, che attraverso questo nuovo episodio si stanno accumulando. Livorno è una Città che per tradizione non sta a guardare. Associazioni, forze politiche e gruppi di "semplici" Cittadini, hanno confluito le loro energie nel proposito di organizzare una manifestazione che si terrà Domenica 8 gennaio. Una manifestazione che a quanto è dato sapere non vuole avere solo il carattere di "semplice" protesta, ma bensì quella di rivendicare chiarezza, trasparenza e un'inversione di tendenza che restituisca il pieno coinvolgimento alla stessa Cittadinanza. Si pone quindi anche la questione di un necessario approfondimento sullo stato dei fondali marini e delle coste livornesi. La realtà dei fatti ci consegna un quadro non certo edificante, non certo frutto di invenzioni o illazioni. E' il momento di fare chiarezza. Quaranta tonnellate di materiale tossico disperso in mare non può, e non deve, passare inosservato. Su questo non possono esserci dubbi. Il richiamo degli Organizzatori della manifestazione di domenica 8 gennaio sottolinea la volontà di una Città che vuole conoscere la verità, ora e sempre.
Ahimè, gli interrogativi non si esauriscono qui. La stessa Amministrazione comunale, attraverso il sindaco Alessandro Cosimi, ha mostrato preoccupazione accompagnata alla volontà di fare chiarezza sull'accaduto, non senza puntare l'indice sul fatto che la Stessa Amministrazione è stata informata dei fatti soltanto attraverso una nota dell'Asl giunta il giorno 29 dicembre, ben 12 giorni dopo quel famigerato giorno di "tempesta tossica"!
Una Città al buio, dunque; all'oscuro dei fatti, che però in qualche modo sono arrivati sul banco di alcuni Consiglieri comunali che prontamente hanno sollevato il problema. Ad oggi si registrano interpellanze depositate presso il Comune di Livorno (Lamberto Giannini, Sel, e Tiziana Bartimmo, PrC) che presumibilmente verranno discusse nel primo Consiglio comunale utile. La stessa cosa è avvenuta per il Consiglio Provinciale e per quello Regionale, dove Silvio Lami e Monica Sgherri, rispettivamente capigruppo di Provincia e Regione per FdS-Rifondazione Comunista, hanno messo nero su bianco le dovute istanze per l'apertura di una discussione che porti in tempi brevi ad un chiarimento dell'accaduto.
Perché al tavolo tecnico riunitosi negli Uffici della Prefettura di Livorno il 30 dicembre, non è stata chiamata a partecipare la stessa Amministrazione comunale? Per non parlare della Grimaldi, società armatrice del cargo Venezia, che si è decisa a ricorrere ad una ditta specializzata nel recupero di materiali tossici sui fondali marini, soltanto dopo 20 giorni dall'accaduto! Reticenza, paura, distrazione?? Come possiamo chiamare questa sequenza di episodi? Che valenza può venir data a comportamenti che lasciano intravedere incuria e superficialità verso una Città che aveva il diritto di sapere cosa era accaduto? La vicenda è ormai di dominio pubblico e ripresa dai maggiori giornali del paese, e proprio attraverso la lettura di questi si viene a conoscenza di strane dinamiche denunciate dagli stessi pescatori della Zona. Il tratto di mare al largo della città Labronica sembra essere "popolato" da una sorta di "oggetti non ben identificati", spesso rintracciabili, a detta di questi pescatori, attraverso le reti da pesca con le quali si guadagnano da vivere. Si parla di bidoni contenenti materiali "sconosciuti" ed altro... Non ci eravamo sbagliati quando in apertura abbiamo fatto riferimento alle tante, troppe domande, che attraverso questo nuovo episodio si stanno accumulando. Livorno è una Città che per tradizione non sta a guardare. Associazioni, forze politiche e gruppi di "semplici" Cittadini, hanno confluito le loro energie nel proposito di organizzare una manifestazione che si terrà Domenica 8 gennaio. Una manifestazione che a quanto è dato sapere non vuole avere solo il carattere di "semplice" protesta, ma bensì quella di rivendicare chiarezza, trasparenza e un'inversione di tendenza che restituisca il pieno coinvolgimento alla stessa Cittadinanza. Si pone quindi anche la questione di un necessario approfondimento sullo stato dei fondali marini e delle coste livornesi. La realtà dei fatti ci consegna un quadro non certo edificante, non certo frutto di invenzioni o illazioni. E' il momento di fare chiarezza. Quaranta tonnellate di materiale tossico disperso in mare non può, e non deve, passare inosservato. Su questo non possono esserci dubbi. Il richiamo degli Organizzatori della manifestazione di domenica 8 gennaio sottolinea la volontà di una Città che vuole conoscere la verità, ora e sempre.
Guerra tra poveri! Ma Napolitano continua a elogiare Monti...
Forse stiamo solo sognando, o forse viviamo una realtà virtuale, lontana da quella in cui ci troviamo veramente. Nei fatti siamo in presenza di un'Italia profondamente divisa. Lacerata tra chi si rende conto dei limiti e delle restrizioni imposte da questo nuovo governo "tecnico", e tra coloro i quali difendono a spada tratta il premier Monti solo per il fatto di aver liberato la strada del potere da tal Silvio Berlusconi. Nessun dubbio sul fatto che il Cavaliere possa essere considerato una delle peggiori disgrazie politiche che l'Italia possa mai aver avuto, ma questo non significa che la caduta del governo da Lui presieduto abbia risolto o aperto opportunità concretamente positive per una vera ripresa del paese. Ci suonano strane le parole del presidente Napolitano; il suo ottimismo che verte principalmente sulla professionalità di Monti. C'è assenza di un progetto politico e da molte parti si continua a far male a questo paese addossando la colpa di ogni cosa alla stessa politica. Bisogna talvolta essere ripetitivi, far notare cose già espresse ma evidentemente mai recepite. Avevamo (prima dell'approvazione della manovra "salva Italia") la possibilità di arginare l'emorragia economico-finanziaria con ben altro tipo di intervento. Questo non è stato fatto. Parliamo di fatti, concretamente. La rinuncia all'acquisto degli F 15 (valore stimato per milioni di euro!!) non avrebbe comportato il pagamento di alcuna penale, come qualcuno voleva far credere. Potevamo puntare ad un maggior riequilibrio sociale e finanziario attingendo ad una vera patrimoniale, ma così non è stato. I poteri forti non si toccano! Questa è in realtà la risultante del lavoro svolto da Monti e Soci. Meglio ricorrere ai tagli, aggiustare il mirino del fisco sugli evasori "medi" che sono in gran numero. Oltretutto sappiamo bene che tutte queste misure non saranno sufficienti, né ora né in futuro! La risposta rimasta inevasa è questa: perché Monti ha preferito non toccare i grossi redditi (10% del totale nazionale) puntando alla richiesta (imposizione!) di sacrifici verso quei soggetti (milioni) che gravitano nel mondo del lavoro e quindi sono ben raggiungibili (specialmente se dipendenti) dalla scure del fisco e dei provvedimenti da Lui pensati? Si tratta di rivolgersi ai lavoratori, ai pensionati ed a tutti coloro che vivono del loro lavoro! Il blitz di Cortina sinceramente non ci ha colpito più di tanto, se non come un gesto populista che comunque doveva esser fatto già da anni. Ma sappiamo bene che neppure il "recupero" di questo tipo di evasione fiscale può essere sufficiente, mentre poteva esserlo quello di chiedere una tassa di scopo ai redditi da 1 milione di euro che in pratica fanno parte della "ristretta" cerchia di quel 10% che avrebbe davvero fatto la differenza. In questo modo milioni di Cittadini avrebbero risentito in misura minore della crisi che si sta abbattendo fin dai primi giorni di gennaio. I "beni comuni" (luce, gas ecc..) hanno subìto un rincaro notevole. Come potranno andare avanti quelle famiglie che già nel recente passato non arrivavano alla fine della terza settimana del mese?? Colpire i grossi redditi avrebbe significato evitare l'ulteriore impoverimento del Cittadino. Il rincaro dei prezzi non può essere sostenuto senza l' adeguamento di salari e pensioni, ma cinicamente si è pensato di fermare l'indicizzazione delle pensioni, senza pensare (?) al fatto che attraverso questa manovra ogni famiglia italiana nel 2012 dovrà' colmare un mancato introito di oltre 2mila euro! Monti ha esordito con termini quali equità e rigore. Niente di più falso. L'equità si ritrova solo nel principio di far stare peggio molte più persone e il rigore chiedendo sacrifici agli stessi soggetti sociali che da tempo immemorabile stanno pagando questo prezzo. Già, ma le sole parole che il Presidente della Repubblica dice sono quelle di un recupero della credibilità dell'Italia nei confronti dei paesi esteri! Vorremo poterci rivolgere allo Stesso presidente, e chiedergli se pensa mai a quello che significa non saper come fare a pagare una bolletta, ricorrendo poi alle "tenaglie" di Equitalia o simili! Sottolineiamo il fatto che condanniamo e stigmatizziamo gli episodi delinquenziali avvenuti nei confronti della sopra citata agenzia di riscossione, ma vorremo che almeno ci fosse la possibilità di valutare percorsi e metodiche meno drastiche e "punitive" per coloro i quali rimangono spesso vittime di "infrazioni" e mancanze varie. Per capirci è un po come prendere atto (ed è stato fatto) dell'impossibilità sopraggiunta, della difficoltà ad ottemperare agli obblighi e doveri subentrata col tempo, e non in base ad una sorta di premeditazione. Citiamo come esempio la morosità incolpevole, elemento valutato e ben ponderato dal governo che ha prorogato per quest'anno gli sfratti esecutivi per chi non è più in grado di pagare l'affitto di casa ormai divenuto insostenibile per gran parte dei Cittadini.
Siamo ancora qui a parlare di un futuro che chiede sacrifici, di progetti che sono fatti per salvare i nostri figli, le generazioni future. Ma ancora una volta siamo a chiederci se è giusto che a pagare siano ancora i soliti e con le solite modalità. La risposta è ovvia. Nessuno è intoccabile, neppure Monti; quindi sia il Popolo italiano a decidere del proprio destino, e non parole retoriche e concretamente inefficaci.
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Siamo ancora qui a parlare di un futuro che chiede sacrifici, di progetti che sono fatti per salvare i nostri figli, le generazioni future. Ma ancora una volta siamo a chiederci se è giusto che a pagare siano ancora i soliti e con le solite modalità. La risposta è ovvia. Nessuno è intoccabile, neppure Monti; quindi sia il Popolo italiano a decidere del proprio destino, e non parole retoriche e concretamente inefficaci.
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Manovra o carta bianca? Assist di Napolitano a Monti, ma il dialogo resta un sogno.
Toni paterni, distensivi, o forse meglio dire "anestetizzanti". Da più parti si richiama al dialogo. Esordisce Monti, segue la replica di fine anno (con altrettanta quanto efficace retorica) del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il richiamo al dialogo è più che giusto, e nessuno lo vuol mettere in discussione, ma ci sembra che qualcosa strida con la realtà del momento. In poche parole si chiede comprensione, o forse ahimé, obbedienza?
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