Berlusconi tranquillizza tutti, niente di nuovo su Marte

Berlusconi- Napolitano Il tanto invocato "scatto" non c'è stato. Nel discorso alla Camera, Berlusconi ha dimostrato ancora una volta di voler giocare la carta dell'immagine, come quella di una scatola bella ma vuota al proprio interno.
I numeri sembrano non averlo scalfito malgrado il segno meno che nuovamente ha registrato Piazza Affari. Parla con la testa rivolta all'indietro, ricordando la fiducia datagli dall'Europa ma toltagli dalla Borsa stessa, dai segni negativi che indicano il segno tangibile di una manovra che non sembra affatto aver prodotto quella tanto decantata fiducia. Arriva persino a descrivere l’Italia come un paese "economicamente e finanziariamente solido".
Scomoda persino i gioielli di famiglia, ricordando la sua diretta partecipazione come imprenditore. Invoca il patto, la fiducia di tutti, ma non si capisce su quali basi lo richieda. Cita, come se fosse cosa nuova, la mondialità della crisi ma si guarda bene dal rispondere all'annoso quesito che verte sul fatto di un'Italia che proprio grazie al suo sistema bancario avrebbe dovuto ammortizzare meglio questa crisi strutturale e mondiale e che invece ha sortito l'effetto opposto, simile per certi versi a quello della Grecia. E' più che evidente la responsabilità politica di un governo che ha gestito male tutto il percorso, prima e durante l'acuirsi della crisi.
La risposta dell'opposizione è stata questa volta netta e riconoscibile. Bersani non accetta le stravaganti parole del Premier e per nulla intenerito risponde per le rime che "davanti alle emergenze del Paese, noi siamo disposti, a fronte di un vostro passo indietro responsabile, a fare un passo avanti noi. O sono su Marte io o lo è il presidente del Consiglio - ha detto - perché io penso che l'Italia sia finita molto seriamente nei guai". L'ultimatum con la richiesta di dimissioni è partito.
Mentre il Terzo Polo sembra essere più morbido nei confronti della maggioranza, non così è per l'Idv. Antonio Di Pietro punta deciso invocando una presa di posizione decisiva del Colle, chiede un gesto definitivo al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. "Faccia come Scalfaro, come Ciampi, lo sciolga lei questo parlamento - tuona con enfasi dai banchi di Montecitorio il Presidente dell'Idv - Ci mandi a votare, metta i cittadini italiani nella condizione di scegliere un nuovo parlamento". Stavolta si fa sul serio e le parole volano come stilettate all'indirizzo del Premier. E' ancora Di Pietro a lanciarsi in una stoccata micidiale: " Lei ha detto che c'è la crisi globale ma che l'Italia sta bene. Caro Silvio, ma lei ci fa o c'è? Mi viene da ridere, se non ci fosse da piangere. Lei è Alice nel Paese delle meraviglie o il più grosso bugiardo della storia".
Alle 20,03 ha poi avuto inizio la replica al Senato. Al "niente di nuovo sul fronte Italiano" dispensato nel pomeriggio a Montecitorio, il Premier, che stupisce per la tenacia con la quale si difende facendo finta di non saper vedere oltre la punta del proprio naso, si lancia addirittura in una controffensiva che lo porta a ricordare come "un esponente dell'opposizione ci ha chiesto perché l'Italia in questo momento appare meno brillante soprattutto per quel che riguarda lo spread con i titoli tedeschi? Credo che tutti siano consapevoli che oggi l'Italia ha il quarto debito del mondo, del 120% del Pil, ed è un'eredità che ci è stata consegnata dai governi precedenti che hanno moltiplicato per molte volte il debito pubblico".
Sarà poi la cronaca stessa, una volta venuta a conoscenza del cittadino, a stabilire con imparzialità se le parole che nel pomeriggio Bersani aveva indirizzato allo stesso Berlusconi erano giustificate o meno, soprattutto quando parlava di "discorsi lunari" fatti dallo stesso Presidente del Consiglio.
La temperatura scende verso il freddo per quanto riguarda le parti sociali. Per il segretario generale della Cgil Susanna Camusso l'intervento del premier in Parlamento, è stato "privo di proposte per la crescita e per la ripresa e ribadisce la politica iniqua ed ingiusta della manovra. Basta rammentare quanto questa pesa sui redditi da lavoro e sulle pensioni, mentre chi ha di più non contribuisce per niente. È non di questo ha bisogno oggi il nostro paese". Significativo il fatto che la leader della Cgil avverta come "addirittura grottesco, invece, che invocando la coesione il governo produca proposte di divisione come lo Statuto dei lavori, ancora una volta si cerca la divisione e non le risposte ai problemi". In sintesi il giudizio sull'intervento alle Camere del Premier è stato lapidario viene definito "deludente come se la situazione del Paese non fosse stata determinata anche e soprattutto da tre anni di negazione della gravità della crisi", tanto che la Camusso avverte subito: "se queste sono le premesse il confronto con le parti sociali parte con il piede sbagliato". In casa Cisl il tono è pur sempre meno perentorio ma indica comunque insoddisfazione, definendo l'intervento di ieri (mercoledì 3 agosto,NDR) come "generico, quasi programmatico, da inizio legislatura più che di emergenza; di un discorso più di propositi che di scelte".
Ancora una volta il "gran prestigiatore" ha creduto di illudere tutti ma senza esito. L'Italia è ad una svolta, così come la sua leadership politica. Ennesimo appuntamento a vuoto, fatto di parole, proclami e assenza di proposte concrete. Oltre al non trascurabile fatto che quelle paventate a suo tempo sembrano solo un boomerang che indica una sola via di uscita, la fine di una lunga e dolorosa malattia che si trascina da ben oltre tre lustri. 





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